Paderno, un milione e mezzo di euro per sistemare il ponte San Michele

Dal Pirellone hanno stanziato oltre un milione e mezzo di euro per sistemare il piano stradale del ponte San Michele di Paderno d'Adda, che collega la sponda lecchese del fiume a quella bergamasca.

Il ponte San Michele

Il ponte San Michele

Paderno d'Adda (Lecco), 20 giugno 2016 – Dal Pirellone hanno stanziato oltre un milione e mezzo di euro per sistemare il piano stradale del ponte San Michele di Paderno d'Adda, che collega la sponda lecchese del fiume a quella bergamasca. Si tratta dei soldi che mancavano all'appello per dare il via libera all'intervento di consolidamento e messa in sicurezza dell'importante infrastruttura. Altri 20 milioni sono stati infatti messi a disposizione dai vertici di Rfi per la ristrutturazione del resto del viadotto. L'annuncio è arrivato nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì, dal sottosegretario regionale agli Enti Locali Daniele Nava. «Facciamo anche noi la nostra parte come Regione Lombardia con un provvedimento di assestamento di bilancio approvato in Giunta in cui vengono stanziati 1,6 milioni di euro per la sistemazione viabilistica e messa in sicurezza dell’infrastruttura – spiega -. In particolare le risorse rese disponibili andranno alla messa in sicurezza del piano stradale, dei marciapiedi, dei canali di scolo e dei parapetti». In questo modo si spera di arginare anche il fenomeno di coloro che scelgono il San Michele per un gesto estremo e per lanciarsi nel vuoto, contribuendo tra l'altro alla sua triste fama di ponte dei suicidi.

In realtà il ponte è un vero e proprio capolavoro dell'ingegneria industriale. Con le sue inconfondibili travature in ferro e la caratteristica arcata rappresenta una sorta di torre Eifell della Brianza, il monumento parigino e il ponte di Paderno d'Adda sono stati del resto costruiti esattamente nello stesso periodo, tra il 1887 e il 1889. Costituisce inoltre uno dei principali collegamenti viari e ferroviari della zona. E' lungo 266 metri e svetta per 85 metri sul livello del fiume sottostante. Tra il doppio arco, travata principale e piloni si stima pesi oltre 2.500 tonnellate. Lo tengono insieme più di 100mila chiodi ribattuti tutti a mano. Tra realizzazione e progettazione è costato 2 milioni di lire dell'epoca, che al cambio attuale equivarrebbero a una decina di milioni di euro. Ora però comincia a sentire tutto il peso dei sui 127 anni, dell'incuria e dell'inadeguatezza ai tempi moderni. Per preservarlo non vi possono più transitare i mezzi pesanti e nemmeno i pedoni, perché le balaustre cadono letteralmente a pezzi, mentre i treni devono procedere a passo d'uomo per limitare le vibrazioni all'intera struttura. Ma presto verrà appunto rimesso a nuovo, si pensa che i lavori possano cominciare già nel 2017. Daniele De Salvo