Olgiate Molgora, accoltellato per un regolamento di conti

I carabinieri indagano soprattutto negli ambienti legati allo spaccio

I carabinieri nel parcheggio di Olgiate Molgora in cui si è consumato l’agguato

I carabinieri nel parcheggio di Olgiate Molgora in cui si è consumato l’agguato

Olgiate Molgora (Lecco), 31 marzo 2015 - Lo hanno pugnalato una, due, cinque, dieci, venti volte, alla testa, alle braccia, e ancora al torace, alle cosce, alle gambe, ad un tallone, in sei armati di coltelli, falcetti e spranghe contro uno solo a mani nudeVolevano ammazzarlo e probabilmente ci sarebbero anche riusciti se alcuni residenti della zona richiamati dalle urla di terrore e di dolore non si fossero precipitati in strada e non li avessero costretti a scappare.

Le indagini sull’assalto che è avvenuto domenica sera in un parcheggio pubblico di via Maria Montessori a San Zeno di Olgiate Molgora sono ancora in corso, ma gli inquirenti presumono si tratti di un agguato o di un regolamento di conti per questioni di droga e per il controllo del mercato dello spaccio in Brianza. La vittima dell’aggressione, Jalaeil Zerouk, un cittadino di origini marocchine di 27 anni che abita con la moglie, un’imprenditrice italiana, a Solza, adesso è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’Alessandro Manzoni di Lecco, non è in grado di parlare, perché in coma farmacologico e perché ha subito uno shock emorragico, rischiando di morire dissanguato. Poco dopo la spedizione punitiva un suo connazionale, un pusher già noto ai militari arrestato in passato in una retata a Olginate, si è presentato spontaneamente in caserma a Brivio, avrebbe parlato di una lite degenerate, ma la versione non convince.

Gli operatori del 112 stanno cercando di rintracciare anche gli altri coinvolti nel raid, avrebbero veramente le ore contate perché hanno recuperato un loro telefonino e anche l’auto con cui sono fuggiti, una vecchia Renault Clio rinvenuta a poca distanza perché con tutte le quattro gomme squarciate. Inoltre il nordafricano li conosce sicuramente, più volte prima di essere sopraffatto li avrebbe chiamati per nome: «È stato tremendo – riferiscono alcuni testimoni che vivono nei paraggi –. Abbiamo sentito le grida, ci siamo affacciati alle finestre e abbiamo scorto un uomo a terra circondato dagli altri. Parlavano a voce alta in lingua araba, noi abbiamo detto loro che avevamo telefonato al 112 e allora se ne sono andati».

Prima però si sono accaniti anche contro una Fiat Bravo parcheggiata lì, la vettura con cui il magrebino è arrivato in paese. Hanno completamente devastato il veicolo, distruggendo i finestrini e il parabrezza e tagliandone gli pneumatici. I carabinieri del Nucleo operativo della Compgnia di Merate hanno lavorato l’intera notte e anche la mattina seguente per interrogare quanti hanno assistito impotenti alla drammatica scena e ultimare i meticolosi rilievi sulla scena del crimine oltre che sulle due vetture che sono state sequestrate.