Autista milanese multato, ma il ghisa sbaglia auto. La vittima: "Mai stato in quel paese"

Un autista milanese è stato multato mentre si trovava a casa sua a Milano e a quell’ora - come ha prodotto scontrini e pagamento bancomat - si era recato in un supermercato a fare la spesa. E a nulla - sono valsi i documenti prodotti per evitare di pagare la multa da 174,60 euro

Un vigile urbano

Un vigile urbano

Lecco, 28 febbraio 2015 - Una vicenda grottesca, uno di quei casi dove la ricca Brianza, i suoi amministratori e quei ghisa che tanto si fregiano dei distintivo sul braccio dovrebbero vergognarsi. Un autista milanese è stato multato mentre si trovava a casa sua a Milano e a quell’ora - come ha prodotto scontrini e pagamento bancomat - si era recato in un supermercato a fare la spesa. E a nulla - sono valsi i documenti prodotti per evitare di pagare la multa da 174,60 euro.

Il caso: G.T., l’autista milanese riceve un verbale con tanto di sanzione perché il 4 aprile 2014 alle 16.25 a Montevecchia, in via Bergamo, avrebbe violato il codice della strada. Nel caso specifico: «Per avere quale conducente uomo di veicolo, fatto uso improprio durante la marcia di un apparecchio radiotelefonico o di cuffie sonore utilizzando la mano destra». Sanzione: 174,60 euro e decurtazione di 5 punti dalla patente. Però il vigile non aveva potuto contestare l’infrazione perché impegnato a far uscire i ragazzi da scuola: aveva solo annotato il numero di targa. Una sorpresa per l’autista: «Io, a Montevecchia - racconta - non ci sono mai stato in vita mia.

E quel giorno, a quell’ora, ero a far compere nel centro di Milano (come pagamenti bancomat ndr), e la mia Smart – oggetto del contendere per via del numero di targa ma di colore diverso da quello annotato nel verbale – era parcheggiata a Milano». Difeso dall’avvocato Federico Balconi l’autista milanese ha presentato ricorso al Prefetto di Lecco e si è recato di persona cercando di chiarire con i funzionari di corso Promessi Sposi, sede della Prefettura, senza esito. «Lei - è stata la risposta della funzionaria - non mi ha portato la dimostrazione che la sua auto non era a Montevecchia quel giorno. E fino a che lei non lo dimostra o non querela per falso il verbalizzante, vale la parola del pubblico ufficiale».

Da buon cittadino l’autista ha pagato 174,60 euro. «Il mio assistito - sostiene l’avvocato Balconi - ha subìto un’ingiustizia da parte di Polizia Locale del Comune di Montevecchia, e in secondo luogo dal Prefetto di Lecco, competente per la zona. In particolare, la Polizia Locale del Comune di Montevecchia, nel maggio 2014 notificava a mezzo posta un verbale di contestazione per l’utilizzo improprio del cellulare durante la marcia». «Ma - conclude il legale - l’agente di polizia Locale nel redigere il verbale, non identificava il conducente, né contestava immediatamente l’infrazione, limitandosi semplicemente ad annotare il numero di targa della vettura. Nella motivazione addotta quale esimente, secondo il vigile e secondo il Prefetto di Lecco, all’obbligo di immediata contestazione, il vigile scriveva che era intento all’uscita del ragazzi di scuola».