Giovedì 25 Aprile 2024

Il figlio del boss diserta i lavori in Comune

La condanna per guida in stato di ebbrezza gli era stata communata in lavori socialmente utili ma Franco Trovato non si è mai recato a Palazzo Bovara

l tribunale di Lecco

l tribunale di Lecco

Lecco, 29 gennaio 2015 - Era stato pizzicato al volante della sua auto con un tasso alcolemico oltre al consentito, cosa peraltro non infrequente visto che si tratta di uno dei reati penali che in questi anni ha subìto il maggior incremento. Peccato che quell’automobilista avesse un nome, Franco, e soprattutto un cognome, Trovato, che a Lecco non è come dire il «sciur» Colombo.

Propro così perché Franco Trovato è il figlio quarantenne di Mario, finito di nuovo in carcere nell’aprile scorso nell’ambito dell’inchiesta Metastasi della Dda di Milano su presunte infiltrazioni ’ndranghetiste nella vita politica lecchese. Franco, proprio come lo zio, fratello di papà, considerato l’indiscusso capo della famiglia calabrese originaria di Marcedusa, finito in manette nel ’92 in uno dei primissimi blitz dell’antimafia di Milano (Wall Street) e poi condannato a più ergastoli perché accusato di essere il mandante di più omicidi commissionati nell’àmbito della guerra che scoppiò, sul finire degli anni Ottanta e i primi Novanta, contro la famiglia camorrista dei Batti che volevano mettersi in proprio nel traffico di stupefacenti. 

Ma questa è storia, finita appunto negli atti del processo Wall Street dal nome dell’omonima pizzeria di via Belfiore, quartier generale del clan Coco, oggi confiscata e divenuta simbolo della lotta alla malavita organizzata. La storia però sembra ripetersi perché l’anno scorso Franco Trovato viene condannato al termine del procedimento a una pena che, come quasi sempre accade, viene convertita in lavori socialmente utili dal Tribunale di Lecco. A Franco Trovato viene assegnato come ente il Comune di Lecco, che si è costituito parte civile nel processo Metastasi (vedi sotto) nel quale tra i dieci imputati c’è proprio il padre, accusato dalla Procura di Milano di essere a capo di un’associazione mafiosa intenzionata a condizionare l’assegnazioni di appalti pubblici in provincia di Lecco. Ebbene Franco Trovato non si è mai presentato per svolgere i lavori socialmente utili, il Comune per legge lo ha dovuto comunicare al tribunale che nella mattinata di ieri lo aveva inviato a comparire per assegnargli un altro ente.

Davanti al giudice Paolo Salvatore invece c’era solo il suo legale (l’avvocato Luigi Taruselli in sostituzione del difensore di fiducia Marcello Perillo impegnato a Milano), il quale non ha potuto fare altro che registrare la revoca della misura da parte del tribunale.