Merate, la mucche sfrattate dal residence

«Via Gluck» in Brianza, chiude l’azienda agricola Galbusera

Il lotto fra via Fratelli Cernuschi  e Gaetana Agnesi dove sorgeva la cascina

Il lotto fra via Fratelli Cernuschi e Gaetana Agnesi dove sorgeva la cascina

Merate, 1 ottobre 2015  - «La dove c'era l'er ora c’è una città, e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà...» cantava Adriano Celentano ne «Il ragazzo della via Gluck», un po’ la storia della sua vita. Il brano scritto nel lontano 1966 ben descrive quello che sta accadendo oggi in Brianza, a Merate, dove l’ultimo allevamento che sorgeva in centro paese è stato smantellato e dove, al posto di stalle, sta sorgendo un quartiere residenziale di lusso. Si tratta di un lotto tra le via Fratelli Cernuschi e Gaetana Agnesi di circa 13mila quadrati e una volumetria di 8mila metri cubi su cui insisteva l’azienda agricola «Galbusera Luigi».

Sfrattate mucche e cavalli ed estirpati alberi da frutto e ortaggi, tecnici di cantiere e muratori sono all’opera per realizzate modernissimi appartamenti e attici in classe energetica A, con impianti fotovoltaici e di raffrescamento geotermico, con giardini, parcheggi privati e pubblici, spazi condominiali comuni, il tutto immerso in un ampio parco, un vero e proprio residence insomma. Il capitolato prevede serramenti eleganti, porte blindate, laminati, camminamenti in materiale ceramico, ascensori, pompe di calore, sistema di riscaldamento a pavimento e altro ancora. I proprietari della storica agricola avrebbero volentieri rinunciato all’ennesima colata di cemento in città, ma a quanto pare con gli animali e le coltivazioni florovivaistiche non si riusciva proprio ad andare avanti, sarebbe stato necessario ampliarla, ma lo spazio manca e anche le norme giocano contro.

Inoltre i residenti della zona si lamentavano degli odori di letame e fertilizzanti, dei muggiti dei bovini piuttosto che dei nitriti degli equini, arrivando tempo fa persino a interpellare agenti di polizia locale e veterinari dell’Asl perché i destrieri pascolavano in un recinto al sole. Pure sull’ultimo scampolo di campagna e di verde un un’area abitata è così calata la scure dell’urbanizzazione. «Eh no, non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba... eh no, se andiamo avanti così chissà come si farà, chissà...», chioserebbe sempre l’Adriano nazionale, che tra l’altro in Brianza, sebbene a Galbiate, ci abita.