Merate, il sindaco devolve lo stipendio agli extracomunitari

La scelta di Massironi nei confronti dei cinque profughi in arrivo

L'area del Bione, a Lecco, con i profughi e i container

L'area del Bione, a Lecco, con i profughi e i container

Merate, 1 ottobre 2015 - Lo stipendio del sindaco ai migranti. Il primo cittadino di Merate, Andrea Massironi, ha devoluto metà della sua prebenda, contributi previdenziali compresi, ai volontari della Caritas e del Cav (Centro di aiuto alla vita) di Novate, per assistere cinque richiedenti asilo sbarcati l’altra sera a sorpresa in paese, in un appartamento di un privato in via Caneva, sotto la supervisione degli operatori della cooperativa «I Girasoli» di Desenzano che già si occupano di stranieri in provincia. Si tratta di bei soldi, più di 21mila euro.

«È inutile opporre ostruzionismo contro queste persone – spiega -. Il problema dell’esodo esiste, occorre affrontarlo e per quanto possibile risolvere l’emergenza, più siamo ad occuparcene meglio è». Il resto della paga lo ha destinato invece ai residenti italiani in difficoltà economica. Gli aspiranti rifugiati arrivati tra mercoledì e ieri provengono dalla Nigeria, hanno tra i 21 e i 28 anni di età. Sono approdati in Italia via mare, dalla Libia, dopo una pericolosa traversata in notturna sui barconi in cui sono stati stipati a centinaia. «Nella nostra terra c’è una situazione di crisi e instabilità, ma anche di guerra religiosa», raccontano in un marcato "broken english", l’inglese dell’Africa occidentale, con lo sguardo smarrito di chi non ha realizzato dove si trova e insieme raggiante perché ormai al sicuro. Il loro obiettivo è quello di restare nello Stivale e di trovare un impiego. Probabilmente per cominciare, ma per legge devono comunque aspettare una sessantina di giorni, inizieranno con lavori socialmente utili non retribuiti se lo vorranno, in attesa prima del permesso di soggiorno, per il quale occorreranno un paio di mesi e poi del riconoscimento dello status di rifugiati politici, una pratica che di mesi ne richiederà più di sette.

 

«A breve li incontrerò – prosegue il sindaco -. Ho convocato inoltre una riunione con i referenti di tutte le associazioni sociali, sportive e culturali per favorirne l’integrazione se lo desiderano». Il trasferimento dei cinque dal centro di prima accoglienza di Bresso, dove sono stati schedati e visitati, lo ha colto di sorpresa, tuttavia loro potrebbero essere solo i primi. «Il numero adesso non spaventa, ma se aumenta qualche disagio potrebbe sorgere, per questo è necessario fare rete», ribadisce. Ma se per qualcuno il fenomeno migratorio di massa rappresenta un’emergenza umanitaria per la quale rinunciare al legittimo compenso, per altri costituisce un businnes: «Alcuni mi hanno chiesto come sia possibile affittare immobili per accogliere migranti – confida -. E’ evidente che sono interessati al contributo previsto per ogni ospite».