"Lazzarone", "Lavoratore": due Stakanov lecchesi a confronto

Ambrogio Spini, avvocato e titolare della gelateria del centro di Merate non si concede una vacanza da oltre vent’anni ha voluto conoscere Paolo Castelli, di Mandello, il proprietario di un minimarket aperto ininterrottamente dall’1 gennaio 2010. "E' l'unica ricetta contro la crisi"

Paolo Castelli e Ambrogio Spini

Paolo Castelli e Ambrogio Spini

Merate (Lecco), 10 febbraio 2016 - Due mostri del lavoro a confronto, anzi in amichevole incontro. Martedì i due Stakanov lecchesi si sono conosciuti e visti di persona per una stretta di mano e qualche chiacchiera in libertà. Si tratta di Ambrogio Spini, avvocato di 68 anni di Merate, titolare della gelateria della centralissima piazza Giulio Prinetti, che non si concede una vacanza da circa 8mila giorni, forse di più, e del collega Paolo Castelli, il 40enne di Mandello del Lario, proprietario del minimarket di famiglia che il mese scorso è stato costretto suo malgrado a una serrata per alcuni interventi di restauro del negozio rimasto aperto ininterrottamente dall’1 gennaio 2010, qualcosa come 2mila e rotti giorni. Si sono visti nel bar del brianzolo. 

«È stato lui a contattarmi e chiedermi un appuntamento – racconta Ambrogio Spini -. Sono stato molto contento, è una persona molto esuberante e intraprendente, ricambierò certamente la cortesia e manterrò i contatti». «Ho voluto stringere la mano a chi come me considera il nostro mestiere una sorta di missione o di vocazione – spiega Paolo Castelli -. Non è che ci divertiamo a rimanere dietro i nostri banconi anche a Natale, Capodanno, Pasqua, Pasquetta e Ferragosto, quando gli altri riposano, si divertono, trascorrono momenti in famiglia e con gli amici, lo facciamo perché consideriamo un nostro dovere rendere un buon servizio ai clienti e ai cittadini». I due si sono scattati pure una divertente foto ricordo, esibendo un biglietto ciascuno: «Lazzarone», ha scritto il mandellese, «Lavoratore», ha invece esibito il meratese, ironizzando entrambi sulla differenza di tempo trascorso consecutivamente all’opera. I due ammettono comunque senza difficoltà che di questo periodo per rimanere sul mercato non esiste altra soluzione che quella di rimboccarsi le maniche.

«L’unica ricetta per fronteggiare la crisi è quella a base di presenza costante, professionalità, innovazione, disponibilità e qualità; la concorrenza, anche improvvisata, è molta e io non conosco altra soluzione che lavorare sodo», ammette il gelataio. «È vero, si sgobba fondamentalmente per mantenere i conti in pareggio e andare avanti, non per guadagnare o arricchirsi – gli fa eco il commerciante -. Le persone oneste come noi contano solo sul sudore della propria fronte per restare aperti e vivere». Al di là del ritrovo di piacere ne hanno approfittato per discutere un poco anche di affari e per valutare magari future collaborazioni o partnership, con uno scambio dei relativi prodotti che produco nei loro laboratori artigianali. I due non estraggono certamente tonnellate di carbone come il loro illustre predecessore sovietico, ma per l’impegno, la passione e l’esempio che forniscono certamente si meriterebbero come lui una medaglia al merito del lavoro.