Trenta studenti respinti dal liceo Manzoni: i genitori fanno ricorso

Avevano fatto la preiscrizione all'indirizzo linguistico. Il preside: "Colpa della provincia" di DANIELE DE SALVO

Il preside Giovanni Rossi

Il preside Giovanni Rossi

Lecco, 27 marzo 2016 - Studenti messi alla porta, i genitori non ci stanno e presentano ricorso ai giudici del Tar. Trenta futuri primini sono stati «respinti» dal dirigente scolastico Giovanni Rossi dello storico e prestigioso «Alessandro Manzoni» di Lecco. Si tratta di aspiranti liceali che hanno effettuato la preiscrizione in vista del prossimo anno, il 2016-17, all’indirizzo linguistico ma che nei giorni scorsi hanno ricevuto una nota informativa con la quale sono stati informati che la loro richiesta è stata bocciata, il prossimo anno verranno attivate solo quattro sezioni invece di cinque.

Eppure lo spazio non manca. Lo stop dipende dalla decisione dei politici e dei burocrati di Villa Locatelli, a cui compete la gestione del plesso di via Antonio Ghislanzoni. «Gli iscritti in prima per il liceo linguistico sono 130, 59 invece al classico – spiega rammaricato il preside -. Per i primi bisognerebbe prevedere l’istituzione di cinque sezioni, ma dall’Amministrazione provinciale ci è giunta l’indicazione di formarne solo quattro, quindi siamo costretti a rifiutare trenta ragazze e ragazzi che dovranno rivolgersi altrove.

Per i ginnasiali invece non sussistono problemi, faranno parte di due classi, ma se fossero stati di più probabilmente si sarebbero verificate le stesse difficoltà». Nei prossimi giorni alcune mamme dei «rifiutati» incontreranno il dirigente, che tuttavia ha già preannunciato che non sussistono margini di trattativa e la situazione non cambierà. «Noi non possiamo nulla, noi stessi ci sentiamo frustrati e avviliti – commenta -. Il numero di quanto frequentano la nostra scuola è in costante crescita, chiaro segno della bontà del nostro progetto didattico.

Evidentemente in Provincia stanno valutando un progetto per la riorganizzazione complessiva degli edifici scolastici, di cui però non ne siamo a conoscenza e sul quale non siamo stati interpellati. Non possiamo così nemmeno programmare nulla per il futuro». Spiegazioni e dispiaceri a parte, trenta studenti e relative famiglie devono ora completamente rivedere le loro scelte e le loro aspettative che ne influenzeranno la vita. Ma non intendono arrendersi tanto facilmente e l’altro ieri hanno depositato appello ai magistrati del Tribunale amministrativo regionale di Milano perché a loro avviso e secondo il legale a cui si sono affidati tutto ciò viola i principi costituzionali sulla libertà di scelta scolastica e sul diritto allo studio.

di DANIELE DE SALVO