Civate, assalto sventato alla banca: 12 anni ai due rapinatori

Il colpo fallì grazie all'allarme lanciato da un cliente dell’istituto

I carabinieri di Lecco con le maschere di gomma pistola-giocattolo, spadino e fascette

I carabinieri di Lecco con le maschere di gomma pistola-giocattolo, spadino e fascette

Lecco, 25 giugno 2015 - Per qualche anno niente più assalti alle banche perché questa era indubbiamente la loro specialità. Galeotto l’ultimo colpo messo a segno alla filiale della Deutsche Bank di Civate il 15 dicembre scorso,Un colpo messo a segno ma poi finito con l’arresto grazie alla prontezza di un cliente dell’istituto. Per quell’assalto Antonio Baio (difeso dall’avvocato Emanuele Argento del Foro di Milano), 47 anni, originario del Tarantino ma residente a Sesto San Giovanni e Floriano Cazzaniga (avvocato Tiziana Bettiga di Lecco), 50 anni, nato e residente a Desio, sono stati condannati rispettivamente a 6 anni e quattro mesi e a 5 anni e 4 mesi per rapina, porto abusivo d’armi e sequestro di persona.

Una sentenza pesante nella quale il giudice Paolo Salvatore ha ritenuto di sposare la tesi dell’accusa (in aula il sostituto Nicola Preteroti) anche in considerazione della recidiva, reiterata, specifica infraquinquennale, il che significa in soldoni che per i due non era la prima volta. Anzi, Baio si è preso un anno in più per via del fatto che all’epoca dell’assalto alla filiale della Deutsche Bank di Civate era ai domiciliari proprio per scontare una precedente condanna, sempre per la rapina a una banca. L’assalto avvenne il 15 dicembre scorso, un lunedì, quando poco dopo le 12.30 i due banditi avevano fatto irruzione nell’istituto di via Manzoni indossando entrambi delle maschere integrali di gomma, uno impugnava una pistola semaiutomatica marca Beretta calibro 9 poi rivelatasi poi un giocattolo ma che senza il classico «tappino rosso» non pareva tale, l’altro uno spadino artigianale.

All'interno della banca avevano legato i polsi dei dipendenti e dei clienti presenti a quell’ora con delle fascette di plastica, per poi rinchiuderli in uno sgabuzzino. Uno di quei clienti però era riuscito a fuggire lanciando l’allarme, così all’uscita dell’istituto la zona era ormai stata completamente circondata e ai due rapinatori non era rimasto altro che consegnarsi alle forze dell’ordine. Il bottino - 2.400 euro in contanti più diverse banconote di valuta estesa dal valore di altri 1.700 euro - era stato completamente recuprato così come la Lancia Musa rubata il giorno prima a Torino, che sarebbe dovuta servire per la fuga. Sarebbe, appunto.