Lecco, la Provincia a rischio dissesto

Villa Locatelli ha un buco di bilancio di quasi 5 milioni di euro. Polano: «Situazione paradossale»

Villa Locatelli, sede dell'amministrazione provinciale

Villa Locatelli, sede dell'amministrazione provinciale

Lecco, 5 agosto 2015 - Crack in Villa Locatelli. All’appello mancano quasi 5 milioni di euro, non per spese pazze o sperpero di denaro pubblico, dato che i conti sono perfettamente in regola e non ci sono debiti, ma per i mancati trasferimenti da Roma. Sino a fine anno i servizi quali il trasporto scolastico, l’assistenza ai diversamente abili, il riscaldamento dei plessi didattici e la pulizia delle strade dalla neve, verranno garantiti, quello che succederà dopo nessuno tuttavia lo sa, ma già al 30 settembre potrebbe essere dichiarato il dissesto finanziario. 

Il compito di «liquidatore fallimentare», salvo modifiche normative in extremis in cui tutti confidano, spetta al presidente Flavio Polano. Per chiedere lumi su come intervenire e scongiurare il peggio per due volte si è rivolto ai magistrati della Corte dei conti regionale, ma nemmeno loro hanno saputo fornire risposte. «La situazione è paradossale – spiega -. Con il riordino degli enti locali sono state ridefinite le funzioni di cui dobbiamo occuparci, contestualmente però non sono stati garantiti gli stanziamenti necessari». Il risultato è un buco di 4 milioni e mezzo, per la precisione di 4.542.952,27 euro. I calcoli sono presto fatti: la spesa corrente è di 46milioni e mezzo di euro, in base alla legislazione vigente devono essere restituiti allo Stato 11milioni e mezzo, irraggiungibili nemmeno se si decidesse di utilizzare circa 2 milioni di avanzo di esercizio. Di nuove tasse inoltre non se ne parla e quelle applicabili, come le imposte sui premi della Rca, sono ormai al massimo. Non è dunque possibile raggiungere gli equilibri di bilancio né rispettare i vincoli del patto di stabilità. Roba da fallimento insomma, se nonché tale eventualità è possibile solo per i soggetti che hanno ingenti esposizioni debitorie.    

«Debiti che però noi non abbiamo, non rimane dunque che il dissesto di cui non si conoscono le conseguenze. – prosegue il presidente provinciale -. L’assurdo è che le province incidono solo sull’1% del bilancio statale pur occupandosi di settori essenziali». Né lui né gli altri esponenti istituzionali intendono comunque alzare bandiera bianca: «Fino ad oggi siamo riusciti a inventarci soluzioni creative, per senso del dovere e per rispetto dei cittadini, confidiamo che ora chi di dovere intervenga con urgenza». Il rischio è che gli studenti rimangano a piedi, le aule fredde, le strade sporche e i disabili senza assistenza a partire dall’1 gennaio 2016. Nella stessa situazione si trovano anche i responsabile delle altre amministrazioni lombarde ma in questo caso il detto «mal comune mezzo gaudio» non vale.