Lecco, Brivio «torchiato» dal pm al processo Metastasi

Il sindaco in aula come testimone: «Al collega Rusconi solo consigli su Paré. Palermo? Millantava conoscenze»

Il sindaco Virginio Brivio

Il sindaco Virginio Brivio

Lecco, 30 aprile 2015 - Poco più di un'ora, dalle 10.11 alle 11.24, di interrogatorio per il sindaco Virginio Brivio, chiamato a testimoniare al processo Metastasi sulle presunte infiltrazioni malavitosedella famiglia Trovato nell'aggiudicazione dell'appalto per la gestione del chiosco al Lido di Paré di Valmadrera.

Le domande del pm Bruna Albertini della Dda di Milano si sono concentrate soprattutto suo rappoorti intercorsi tra il primo cittadino di Lecco e il collega di Valmadrera, Marco Rusconi (imputato nel processo con l'accusa di turbativa d'asta) e su quelli con Ernesto Palermo, l'ex consigliere comunale di Lecco (che in abbreviato è già stato condannato a oltre sei anni) ritenuto dall'accusa l'uomo utilizzato dal clan per fare pressioni nella politica lecchese. 

Brivio ha risposto ricordando che Rusconi si era rivolto a lui per «essere consigliato su come gestire la vicenda del Lido di Paré e soprattutto sulla tempistica per l'ottenimento della certificazione antimafia». Su Palermo invece il primo cittadino di Lecco ha ricordato di conoscerlo dal 2005-2006, ha confermato che «mi chiedeva con insistenza delucidazioni sulla questione di Paré» e che infine l'ex consigliere spesso «vantava conoscenze anche se in realtà nell'intera vicenda non è mai entrato nel merito». Concetto poi ribadito anche alla fine dell'audizione rispondendo alla domanda dell'avvocato Marilena Guglielmana: «Aveva l'abitudine di manifestare all'esterno di avere un ruolo nelle vicende amministrative del Comune anche se in realtà non aveva un vero peso effettivo».