Wall Street, passato e futuro: vent’anni di malagestione raccolti in un dossier

Il lavoro di Qui Lecco libera e le proposte per il bene confiscato alla mafia

La presentazione del Dossier davanti alla ex pizzeria di Franco Coco Trovato

La presentazione del Dossier davanti alla ex pizzeria di Franco Coco Trovato

Lecco, 28 febbraio 2015 -  "Immobile confiscato alla criminalità organizzata" (recita il cartello all’ingresso) e poi dimenticato per vent’anni. A pochi mesi da Expo però, anche una ex pizzeria-simbolo come Wall Street, confiscata nel ‘94 al clan di Coco Trovato che qui pianificava omicidi e strategie di spaccio, sembra che debba finire a tutti i costi nella vetrina dell’Esposizione universale.

Ora che mancano venti giorni e c’è il timore che il bando per l’assegnazione di quella che dovrebbe diventare la «pizzeria della legalità» potrebbe andare deserto, l’Associazione «Qui Lecco libera», che ha il merito di aver alzato la voce sulla cattiva gestione del bene confiscato alla mafia quando ancora non interessava a nessuno, fa il punto su quello che è successo in questi vent’anni attorno e dentro Wall Street, con la presentazione di un approfondito dossier con la prefazione a cura di Umberto Santino del Centro di documentazione “Giuseppe Impastato”. Un centro documentazione sul fenomeno mafioso e formazione antimafia, sportello anti racket e anti usura dove gli imprenditori possano trovare un sostegno attraverso l’apertura di uno sportello legale e un luogo dove si possa parlare di sostenibilità ambientale e consumo critico: sono queste le proposte che Qui Lecco Libera presenta davanti ai cancelli dell’ex pizzeria.

"Non si possono dimenticare gli errori che sono stati fatti, altrimenti ogni assegnazione sarà viziata - ha spiegato ieri mattina Duccio Facchini, portavoce dell’associazione, davanti all’ingresso di via Belfiore 1 -. Da quando è stato sottoscritto il protocollo d’intesa con Maroni non è mai stata coinvolta la cittadinanza. Ora c’è il rischio concreto che non si presenti nessuno al bando. Sono 21 anni che questo bene passa attraverso diverse mani ed è la dimostrazione di quanto questa vicenda sia stata caratterizzata da confusione e scarso coordinamento. Il territorio ha perso un’occasione». Prima alloggi per agenti di polizia, poi i vigili del fuoco, in seguito arrivò l’idea dell’allora assessore Invernizzi per una sede formativa all’interno dei locali di Franco Coco Trovato, poi l’Aler e infine l’archivio della Prefettura.

Nel frattempo quello che era un immobile dal grande valore, con tanto di acquario e arredi pregiati e kitsch all’interno, si è degradato fino a rendere costosissimo l’intervento di ristrutturazione. «Da questo locale devono uscire iniziative attraverso il coinvolgimento della cittadinanza - continua Facchini - Noi a questo bando non parteciperemo, ma se qualcuno presenterà una proposta per creare un centro di documentazione sulla mafia, lo sosterremo. Il bando di gestione per la “pizzeria della legalità“ dice che le iniziative andranno accordate con il Comune ma Wall Street deve essere indipendente dal Comune altrimenti qui non si parlerà mai dell’operazione “Mestastasi“, ad esempio. Ora troviamo assurdo che dopo 21 anni non si possano aspettare altri sei mesi per mettere a punto un progetto concreto con un bando che sia credibile coinvolgendo veramente la cittadinanza».

"La prima pizza dovrà essere sfornata entro Expo, io mi prenoto e la voglio al prosciutto», aveva detto un raggiante Roberto Maroni mentre brindava con il vino di «Terra Libera» insieme al sindaco Virginio Brivio nei locali dell’ex pizzeria dei Trovato, durante la presentazione del progetto di Libera per la «pizzeria della legalità". Il bene sarà assegnato in comodato d’uso gratuito per sei anni prorogabili ad altri sei ed è rivolto a soggetti iscritti o appartenenti ad associazioni no profit. La scadenza è fissata per il prossimo 20 marzo.