Lecco, il consigliere Donato denuncia: "La mia compagna molestata da un profugo"

L'episodio l'altro giorno fuori dalla tendopoli al Bione

La tendopoli allestita al Bione

La tendopoli allestita al Bione

Lecco, 30 agosto 2015 - Un episodio gravissimo nato in un contesto di malagestione della problematica. Questa in sintesi la denuncia dell’ex assessore comunale Ivano Donato, attuale consigliere comunale del gruppo «Appello per Lecco» la cui compagna è stata molestata da uno dei profughi che si trovano nella tendopoli del Bione. Mentre Donato e la compagna Paola Rosarini passeggiavano sulla ciclabile la donna si è fermata alla fontana che è di fronte al container usato dagli immigrati per la doccia, un profugo è uscito dalla doccia, ha guardato la lecchese e con una mano si è toccato i genitali e con l’altra ha fatto segno alla donna di raggiungerlo con un esplicito obiettivo sessuale.

Donato, che ha sempre dimostrato grande sensibilità sul fronte sociale, si dice amareggiato per quanto accaduto e mette in chiaro che «si tratta di un fatto grave e spiacevole, ma non è accaduto nulla di drammatico o irreparabile e questo episodio di per se si può chiudere qui per noi. Non cerchiamo ne visibilità ne abbiamo alcun interesse a mistificare per finalità politiche quello che è accaduto. Però bisogna guardare in faccia la realtà e comprendere che quello che si sta facendo con le gestione di queste persone non va bene». «In questa partita stanno perdendo tutti - spiega Donato - la prima cosa, banale, sarebbe mettere dei teli sulla rete almeno da non dare la sensazione di vedere degli animali in gabbia».  Secondo Donato il «campo profughi aveva senso all’inizio di una emergenza invece ora si fa il campo dopo che sono state sfruttate tutte le risorse del territorio. Questo non centra nulla con quello che è sucesso a noi. In un campo del genere hai la possibilità di fare una valutazione sociale, vedere i soggetti più prediposti all’integrazione e pensare all’inserimento in famiglia e quei 35 euro al giorno li dai alla famiglia che accoglie queste persone». 

Donato manifesta perplessità per la gestione e spiega: «Qui hanno fatto il contrario hanno esaurito le risorse sul territorio e poi hanno fatto il campo profughi da affidare alla cooperative. Che cosa ti aspetti da uno di 25 anni congelato li per due anni?». Secondo il medico lecchese il problema è la gestione: «Ci sono 360 famiglie che vengono a chiedere sussidi, tra due anni chiederanno la residenza anche queste persone e poi verranno a chiedere i auito. Se tutti siamo d’accordo di fare meno asfaltature e dare più contributi a chi è difficoltà va bene. Ma non credo sia questo il caso e rinviare la soluzione dicendo che è questione della Prefettura è sbagliato. La Prefettura si comporta da postino prende ordini da Roma e li esegue senza nessuna integrazione con territorio. Non si può parlare di emergenza qui è incapacità di gestire».