Il Lecco iscritto in D ma l’obiettivo resta la Lega Pro

Meregalli assicura: «Abbiamo già i 350mila euro di fidejussione»

I tifosi blucelesti in corteo

I tifosi blucelesti in corteo

Lecco, 22 luglio 2016 - L'assegno è stato consegnato a Roma, nella sede della Lega nazionale dilettanti. E così ora l’iscrizione del Lecco è ufficiale, come riferisce l’amministratore unico Sandro Meregalli. Ma in via don Pozzi puntano alto e quindi entro martedì si chiederà il ripescaggio in Lega pro. Nella mattinata di ieri Luigi Comi, braccio destro del numero uno di via don Pozzi, ha consegnato l’assegno di 37mila euro (comprendente la quota dell’iscrizione e la fidejussione). «Ora siamo ammessi ufficialmente al massimo campionato dilettantistico - spiega il dirigente -, ma siamo già al lavoro per la serie C. Abbiamo già la fidejussione di 350mila euro fornito da un’assicurazione e bisognerà versare 50mila euro di iscrizione, oltre a tutti i documenti. Siamo fiduciosi».

Ci sono dodici posti liberi per andare in Lega pro. La rinuncia dello Sporting Bellinzago (promosso sul campo), porterebbe automaticamente la Caronnese in serie C di fatto senza pagare alcuna tassa in più, ovvero i 250mila euro una tantum chiesti ai club che chiedono il ripescaggio. Ma rinuncerà a causa della mancanza dello stadio e il posto vacante andrebbe al Lecco che si ritrova così in pole position nella corsa per tornare tra i professionisti. Meregalli sta lavorando per questo. Intanto sono al lavoro anche Salvatore Trunfio e Carmine Palumbo, della Mediastar International, che gestiranno l’area tecnica bluceleste. A loro il compito di creare una squadra che possa giocare dignitosamente in serie C oppure in grado di vincere in D. Avrebbero già fermato un campo a Bormio per la prima settimana di agosto, per il ritiro precampionato. E stanno cercando di convincere i giocatori rimasti dallo scorso anno, come Cardinio e Di Gioia, a rimanere per costruire intorno la rosa.

Prima biosgna capire chi saranno gli «investitori brianzoli che per ora preferiscono restare nell’anonimato» di cui aveva parlato Meregalli. Perché dai loro soldi passeranno le speranze dei tifosi, stanchi di essere presi in giro, che forse – per una volta – possono davvero sognare in grande, dopo aver quasi visto il baratro.