Lecco, maltratta e segrega la moglie: arrestato il marito violento

In carcere è finito un clandestino marocchino. La donna aveva partorito un mese fa nell'anonimato

Arrestato il marito violento

Arrestato il marito violento

Lecco, 28 luglio 2015 - Dei fantasmi, sia la mamma sia il neonato di appena un mese, che nessuno aveva mai visto prima e nessuno conosceva, perché il padre-padrone li teneva segregati in casa, come prigionieri, in un appartamento fatiscente del centro di Lecco, dove la giovane, di appena 22 anni, è stata costretta a partorire, senza nemmeno poter andare all'ospedale. E se lei si azzardava a lamentarsi lui la picchiava a sangue. L'altro pomeriggio però la ragazza, una tedesca obbligata a trasferirsi a maggio dalla Germania in Italia da quello che credeva il suo amore ma che in realtà era il suo carceriere, ha deciso di ribellarsi e di raccontare tutto agli agenti della Polstrada, quasi una storia del terrore.

Tra le lacrime di disperazione e riuscendo ad esprimersi a stento ha riferito della solitudine che ha dovuto subire, del travaglio che ha affrontato tutto da sola, delle botte, tante botte, delle continue minacce, ma anche della miseria perché il suo uomo non le lasciava neppure un centesimo per impedire che scappasse. Se è riuscita a sopportare tutto è stato unicamente per proteggere il suo piccolo e scongiurare che anche lui subisse lo stesso trattamento. I poliziotti della Stradale insieme ai colleghi della Volante e della Mobile, praticamente di tutta la questura, si sono subito messi a caccia dell'orco, un cittadino marocchino 26enne, un irregolare latitante dal 2011 contro cui i magistrati della Procura di Torino avevano già emesso un mandato di cattura per rapina, droga e altri reati ancora.

Non ci hanno impiegato molto a rintracciarlo e fermarlo, nonostante il ricercato abbia cercato di scappare ancora una volta. Nell'abitazione che aveva trasformato in carcere per la compagna e la sua creatura gli investigatori hanno inoltre trovato diversi documenti e carte di identità rubate in provincia a giugno durante borseggi e scippi più un bancomat rubato in Germania. Adesso è in carcere, mentre la 22enne e il piccolo sono stati affidati agli assistenti sociali, stanno bene e il racconto horror di cui loro malgrado sono stati protagonisti è a lieto fine, come nelle fiabe: i poliziotti infatti hanno raccolto per loro diversi soldi tramite una colletta per comperare pannolini, latte in polvere, vestiti, giocattoli, tutto ciò che non hanno potuto avere prima. «Siamo ancora shoccati – rivelano -. Nemmeno i vicini si erano accorti di loro, ci hanno spiegato di aver avvertito solo qualche vagito. Dopo il parto la giovane madre era stata ricoverata per un controllo ma neppure i sanitari hanno intuito il dramma. Il neonato non risultava nemmeno registrato all'anagrafe, praticamente era come se non esistesse».