Lecco, anno nero sul fronte dell'occupazione: impennata del 15% delle persone che hanno perso il posto

Le persone che hanno perso il posto sono passate dalle 995 del 2013 alle 1.146 unità in mobilità, di cui 371 donne

Lavoro in industria

Lavoro in industria

Lecco, 23 gennaio 2015 – Un tempo considerata un'isola felice del lavoro, con un tasso di disoccupazione tra i più bassi d'Italia, il 2014 in provincia di Lecco si è rivelato un anno nero con un'impennata del 15% delle persone che hanno perso il posto, passate dalle 995 del 2013 alle 1.146 unità in mobilità, di cui 371 donne. La cassa integrazione guadagni in deroga ha coinvolto inoltre altri 752 lavoratori, un quarto rispetto ai 2.820 nel 2013. In calo del 38% pure le ore richieste nel 2014: 240.172 rispetto alle 386.125 del 2013. In flessione del 30% anche le ore utilizzate: 80.980 rispetto alle 115.890 del 2013. Su questi ultimi dati pesa però sia il blocco degli stanziamenti ma anche la scadenza dei termini, in molti cioè non hanno potuto più usufruirne e hanno dovuto ripiegare appunto sulla mobilità, preludio del licenziamento definitivo. In quasi 17mila, 16.998 per la precisione, si sono inoltre iscritti agli sportelli del Centro per l'impiego, rispetto ai 15.700 del 2013. Sono stati svolti 5.387 colloqui (4.700 quelli nel 2013), effettuati 293 tirocini (219 nel 2013) e concesse 820 doti (575 nel 2013).

“Gli interventi più qualificanti - commenta il Consigliere provinciale delegato al Lavoro Giuseppe Scaccabarozzi - sono rivolti all'orientamento con colloqui personalizzati, ai percorsi di riqualificazione professionale, ai laboratori di ricerca attiva del lavoro e, in collaborazione con i funzionari di Camera di Commercio e Network, alla realizzazione di momenti formativi progettati sulla base dei fabbisogni delle imprese. Con queste azioni, che stanno dando positivi risultati, l'Unità di crisi è impegnata a trasformare il periodo di cassa integrazione o di mobilità, in genere vissuto in modo passivo, in un'opportunità da cogliere per ricollocarsi nel mercato del lavoro”.

Altro intervento significativo da parte dei componenti dell'Unità di crisi riguarda il tavolo territoriale istituito come sede di verifica e di confronto per fronteggiare le numerose crisi aziendali e giungere a una soluzione condivisa, attraverso una paziente opera di mediazione che vede coinvolti imprese, organizzazioni sindacali e sindaci dei comuni interessati. “Questo è il nostro ruolo e continueremo a svolgerlo fino in fondo, nonostante l'incertezza sul futuro delle Province e sul mantenimento delle loro funzioni – prosegue Giuseppe Scaccabarozzi - Sono del parere che un servizio tanto delicato come quello del lavoro debba trovare nella territorialità il suo valore fondamentale. In questo senso la Provincia può ancora giocare una partita importante perché è un ente vicino ai cittadini, conosce la realtà del territorio e ne sa interpretare i bisogni”. Da qui l'auspicio che nonostante la riforma del Jobs Act e la nascita dell'Agenzia nazionale il legame con il territorio non venga mai meno.