Furto di telefonini a scuola: in cinque finiscono nei guai

Le indagini sono cominciate lo scorso dicembre, quando alcuni ragazzi del plesso didattico di via Belfiore si sono rivolti ai poliziotti perchè durante l'intervallo qualcuno aveva arraffato i loro smartphone di Daniele De Salvo

Indaga la polizia

Indaga la polizia

Lecco, 1 agosto 2014 – Traffico di cellulari rubati a scuola. Per questo due studenti e tre adulti sono finiti nei guai per ricettazione. Si tratta di due 18enni originari della Costa d'Avorio e del Senegal, di un 26enne sempre della Costa d'Avorio e di un 33enne e un 40enne del Marocco. Li hanno denunciati gli agenti della Mobile che hanno recuperato e restituito ai legittimi proprietari quattro dei cinque telefonini fatti sparire ad altrettanti alunni dell'Istituto professionale statale “P.A. Fiocchi” di Lecco. Dell'ultimo purtroppo si sono perse le tracce, a quanto pare è volato oltre il Mediterrano insieme a chi lo ha comperato. Le indagini sono cominciate lo scorso dicembre, quando alcuni ragazzi del plesso didattico di via Belfiore si sono rivolti ai poliziotti perchè durante l'intervallo qualcuno aveva arraffato i loro smartphone. Gli operatori del 112, grazie a diverse testimonianze, ai codici identificativi e ai sistemi di navigazione degli apparecchi sono riusciti a risalire ai probabili colpevoli, due compagni di classe, i quali, messi alle strette, hanno confessato tutto e riferito di aver venduto il maltolto agli altri complici in cambio di qualche decina di euro in contanti. Raccolti tutti gli elementi e rintracciati i telefonini dalla Procura è arrivato l'ordine di deferire a piede libero tutti i coinvolti. Gli investigatori hanno voluto andare sino in fondo alla questione per lanciare un segnale preciso e avvisare che nelle scuole del territorio non sono tollerate azioni di illegalità, specie dopo che nello stesso istituto durante l'anno appena concluso si sono verificati spiacevoli episodi di bullismo. Al suono della prima campanella il preside potrebbe decidere di sospendere i due ragazzi che al momento della razzia erano ancora minorenni.

di Daniele De Salvo