Giovedì 25 Aprile 2024

Furti, spaccate e rapine: sgominata banda di albanesi

I colpi sono stati messi a segno tra le provincie di Lecco, quella di Bergamo, Cremona, Lodi, Monza e Milano di Daniele De Salvo

La banda in azione (Cardini)

La banda in azione (Cardini)

Lecco, 9 dicembre 2014 – Furti, spaccate ma anche rapine messe a segno tra la provincia di Lecco, quella di Bergamo, Cremona, Lodi, Monza e Milano. I carabinieri del Nucleo operativo del luogotenente Germano Montanari della Compagnia di Merate, comandata dal capitano Roberto De Paoli, ne hanno scoperti almeno tredici, ma si presume che il numero sia destinato di gran lunga a salire. In manette per la serie interminabile di rapine sono finite sei persone, contro altre sette è stato emesso un ordine di arresto ma al momento risultano latitanti. Si tratta di cittadini albanesi rintracciati tra la Brianza, la Bergamasca e il Milanese. Dietro le sbarre adesso si trovano Spartak Alia, soprannominato Taku, di 21 anni fermato a Treviglio, Marjano Gjergji detto Miri di 20 bloccato a Spirano, Gjovalin Gjoka di 26 anni intercettato a Pozzuolo Martesana, Florjan Macaj, alias Flo o Flori di 21 anni che viveva a Merate, Besimir Prendi chiamato Besi di 25 anni domiciliato a Vaprio d'Adda e Arben Vorfi, Ben per gli amici, di 28 anni chr si nascondeva a Spirano.

Identificare loro e i loro complici ancora latitanti non è stato semplice, gli investigatori della sezione scientifica li hanno pedinati e seguiti in mezza Lombardia, giorno e notte, per centinaia di chilometri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Cinzia Citterio, sono scattate in seguito ad un colpo nel bar di una stazione di rifornimento di Paderno d'Adda compiuto il 21 luglio. Grazie ai filmati registrati da alcune telecamere installate in paese i militari sono riusciti a individuare uno dei componenti del commando. Da lì in poi è stato tutto lavoro vecchia maniera, un compito estremamente difficile e complicato perché i ladri hanno utilizzato anche auto “pulite” e hanno organizzato servizi di vere e proprie “staffette”, sia per lanciare l'allarme in caso di problemi, sia per assicurarsi sempre una via di fuga sicura. Durante gli accertamenti è emerso che oltre a razziare abitazioni e locali pubblici, provocando migliaia di euro di danni ogni volta, in diverse occasione hanno lanciato anche grosse pietre contro le vittime di turno e i proprietari degli esercizi commerciali presi di mira.

Dalla scorsa estate praticamente sino a novembre hanno colpito appunto in una stazione di rifornimento di Paderno d'Adda, al bar “Central” di Mapello, a Bonate Sopra, al “Caffè del portico” di Fara Gera d'Adda, al bar “Cooperativa” di Pozzuolo Martesana, alla tabaccheria “Mimi” di Comazzo, Lodi, allo “Xoom caffè” di Calusco d'Adda, al centro scommesse della Snai di Usmate, al “Voice live” di Pandino, Cremona, alle “Palme” di Airuno e in diverse case tra Mapello e Garlate, senza contare la ricettazione di veicoli utilizzati per scappare e di furgoni impiegati come arieti per sfondare porte e vetrine. “Una brillante operazione”, ha commentato soddisfatto il tenente colonnello Rocco Italiano, comandante provinciale dell'Arma lecchese. I complimenti agli operatori del 112 sono giunti anche dal procuratore capo Antonio Chiappani, anche perché l'operazione, nome in codice “Crakdown” è stata compiuta in un contesto, anche legislativo, non facile.