Mercoledì 24 Aprile 2024

Nel boom di fallimenti molte aziende simbolo della città

Tra le 668 situazioni di crisi finite in tribunale nomi che hanno fatto la storia industriale della città come Badoni, Leuci e Redaelli

Un operaio alla Redaelli Velluti (Cardini)

Un operaio alla Redaelli Velluti (Cardini)

Lecco, 1 febbraio 2015 - Sono 668 i fallimenti pervenuti in tribunale a Lecco nello scorso anno giudiziario a conferma che la parola fine alla crisi anche da queste parti non è ancora stata messa. Anzi, le difficoltà delle aziende del territorio crescono di anno in anno, tanto che l’indice di smaltimento della sezione fallimentare del Palazzo di giustizia cittadino si è attestato su 0,77. Tradotto in soldoni significa che in quell’arco temporale la mole di procedimenti in entrata è risultata maggiore di quelli definiti con la giustizia che non riesce a tenere il passo con la moria di aziende.

Anche dall’Unità di crisi della provincia vengono segnali preoccupanti con 35 casi trattati dal 2009 ad oggi per un totale di 1484 lavoratori coinvolti. Nel lungo elenco figurano alcuni delle aziende che hanno contribuito negli anni passati a fare la storia manifatturiera di Lecco e la Leuci, la fabbrica di lampadine di via XI Febbraio fondata negli anni Venti con il glorioso nome «File» e legata indissolubilmente alla figura di Mario Ceppi e presidentissimo di quel Lecco che negli anni Sessanta scalo le vette del calcio nostrano, ne è un esempio. Come la Badoni srl, simulacro (oggi in liquidazione) di un passato di industria pesante (condiviso con la Sae) che portò il nome della città in giro per il mondo. E come non ricordare la Redaelli Velluti srl, fiore all’occhiello per anni del made in Lecco con i suoi stabilimenti di Rancio e Mandello e pure lei costretta ad alzare bandiera bianca.Nomi questi, che insieme ai Fiocchi e ai Falck, ai Bonaiti, a Lecco per generazioni hanno fatto rima con spirito imprenditoriale, capitani d’azienda che hanno saputo navigare nella acque di un mercato fattosi all’improvviso burrascoso sul finire degli anni Novanta. E addirittura off-limits dal 2007 (anno dell’avvio della crisi) ad oggi.Una crisi che ha ha colpito duro soprattutto nei settori metalmeccanico (quello di vocazione del territorio), come confermano i fallimenti delle Trafilerie del Lario spa (le ex Trafilerie Brambilla) di Calolzicorte e Metallurgica Tognetti spa di Lecco. Metalmeccanico ma non solo perché tra quanti hanno portato i libri in tribunale ci sono anche la Grattarola (mobili) di Cortenova, la Beton Villa spa (produzione di cemento) di Merate, Ande srl (abbigliamento da montagna) e Nord Dolciaria spa (dolciumi) di Valgreghentino.