I sindacati agli imprenditori: «Abbiate più coraggio»

La ripresa c'è ma non cresce l'occupazione. La Cgil di Lecco chiede più assunzioni stabili

Wolfango Pirelli (al centro), con Francesca Seghezzi e Diego Riva

Wolfango Pirelli (al centro), con Francesca Seghezzi e Diego Riva

Lecco, 9 febbraio 2018 - «Siamo contenti di questa ripresa ma ci piacerebbe che portasse con sè anche una crescita dell’occupazione». Wolfango Pirelli non riesce ad essere completamente soddisfatto dai dati sull’economia lecchese, che anche la Cgil giudica soddisfacenti proprio come i tesseramenti nel 2017: 43.641 in totale, di cui 17.138 (39%) lavoratori attivi e 3.620 (8,35%) gli immigrati. E per la prima volta dopo anni torna con il segno più anche la Fiom, segno anche questo che l’industria metalmeccanica cresce. «Se crescono fatturati, ordini e produzione non capisco però perchè non debba crescere l’occupazione, quella buona si intende». Non piacciono insomma gli ultimi dati Excelsior Unioncamere che raccontano come nello scorso mese di dicembre solo il 30% delle richieste di assunzione avanzate dalle imprese lecchesi risultino contratti a tempo indeterminato mentre addirittura il 24,2% (il doppio del dato nazionale) delle richieste di assunzione sono avviate attraverso agenzie interinali.

«Mi chiedo quale sia la causa. Posso pensare alla timidezza degli imprenditori ma poi guardo indietro e vedo un anno e mezzo di dati positivi, segno che ormai la ripresa è un fatto consolidato. D’altro canto, le imprese che corrono di più in questo momento sono quelle che hanno puntato sull’innovazione e anche grazie a Industria 4.0, hanno ricevuto un sacco di finanziamenti pubblici. Ecco perchè chiedo agli imprenditori di aver maggior coraggio per tornare a investire nell’occupazione e innescare un meccanismo virtuoso: da parte nostra, siamo pronti a sederci ad un tavolo e a discuterne tutti insieme come abbiamo fatto per Network lavoro». Il dado è tratto in attesa di capire se il mondo imprenditoriale abbia davvero smaltito le tossine e le paure di anni di recessione e, soprattutto, se ci siano le condizioni per tornare a invertire una tendenza che in dieci anni ha più che raddoppiato il tasso di disoccupazione in provincia di Lecco.Si è passati dal 2,6% del 2007 al 5,8% del 2016. Numeri di gran lunga inferiori a quelli nazionali (11,5%) che però fanno riflettere sulle conseguenze della crisi sul territorio, così come la disoccupazione giovanile attestata tra il 25 e il 30%.