Dervio, Galperti: una storia di successo

Posti di lavoro raddoppiati ma a Dervio non c'è più spazio. "Le richieste della burocrazia sono assolutamente incompatibili con le esigenze dell’industria"

L'azienda

L'azienda

Dervio (Lecco), 25 luglio 2016 - Roberto Galperti rappresenta una delle aziende più strutturate, forti e sane del territorio e negli anni ha registrato una continua crescita anche occupazionale con ricadute positive sulla popolazione. Tra le operazioni più note l’intervento sulla ex Catene Regina nell’area Redaelli a Dervio. «La sistemazione dell’area ha consentito – spiega Galperti - il completamento della divisione flange che rappresenta il settore produttivo primario del gruppo e quello caratterizzante la sua storia così come quella del territorio circostante sotto il profilo industriale.

Oltre che rispondere a preminenti esigenze logistiche, la produzione delle flange a Dervio si concilia anche con la storia della Galperti che, proprio a Dervio, ha costruito i suoi primi insediamenti operativi e in termini occupazionali l’intervento ha portato a un raddoppio degli addetti». Ma la «Galperti» non si ferma con gli investimenti e il proprietario sottolinea: «A Dervio non è prevista nessuna ulteriore opera perché non c’è lo spazio sufficiente per realizzarla. Il gruppo aveva previsto un considerevole ampliamento dello stabilimento di Cercino ma pare che ci sia un progetto, al vaglio di non so quale amministrazione pubblica, che prevede che il territorio circostante la fabbrica – proprio dove si pensava di costruire – diventi zona di esondazione.

Non avendo alcuna intenzione di restare ingarbugliati in infiniti e costosi contenziosi, si è preferito abbandonare l’iniziativa per orientarci su una zona di Colico. Sono in corso trattative per l’acquisizione della relativa area». Roberto Galperti recentemente aveva dichiarato di non volere più investire in Italia e spiega: «Ogni volta che ho a che fare con la Pubblica amministrazione in Italia prendo delle solenni arrabbiature perché i tempi e le richieste della burocrazia sono assolutamente incompatibili con le esigenze dell’industria. Da noi non si vuole capire che l’imprenditore serio, rispettoso della legalità e che vuole investire è un soggetto, soprattutto in questo periodo storico, da agevolare e da stimolare perché porta benessere al territorio, non un pollo da spennare al quale imporre vincoli e creare continue difficoltà, obbligandolo a maggiori esborsi che vanno poi a necessariamente a limitare gli investimenti se non a rinunciarci del tutto.  Detto questo io sono molto legato al territorio, il mio cuore è italiano.

Non so però fino a quando le ragioni del cuore potranno prevalere su quelle dell’industria se le cose continueranno così». Andando oltre l’aspetto imprenditoriale gli interventi a Dervio nell’ex Redaelli prevedevano anche la realizzazione di una sala polifunzionale e Galperti conclude: «Spero verrà pronta il prima possibile ma Dervio è stato proprio un esempio di quello che dicevo. Avevo acquistato dal catenificio un terreno industriale che poi ha cambiato parzialmente destinazione per poi ancora, dopo lunghe trattative, cambiarla ma solo a fronte di alcune concessioni all’ammistrazione comunale.

Devo però dare atto al Comune di avere, ora, trovato un virtuoso equilibrio tra le esigenze pubbliche e quelle private; le tempistiche nel pubblico sono però ancora estremamente lunghe. Il paragone con le amministrazioni estere quali Usa, Malesia, Brasile, Dubai, dove abbiamo stabilimenti sarebbe impietoso. Attualmente siamo in attesa di un parere da parte dell’Agenzia azionale del Demanio richiesto da quella regionale. Abbiamo provato a chiedere una tempistica di massima. Secondo lei ci hanno detto qualcosa?».