Costa Masnaga, la Costarail torna sul binario giusto

Gli stabilimenti ormai dismessi riaprono i battenti con l’assunzione di 18 dipendenti, i primi dei 78 che verranno certamente reclutati, che però potrebbero arrivare addirittura a quasi duecento

Uno dei tanti scioperi fuori dai cancelli della ex Costarail

Uno dei tanti scioperi fuori dai cancelli della ex Costarail

Costa Masnaga (Lecco), 30 aprile 2016 - In carrozza, tutti in carrozza, il treno di quella che era la Costarail di Costa Masnaga riparte. Lunedì 2 maggio, gli stabilimenti ormai dismessi riaprono i battenti con l’assunzione di 18 dipendenti, i primi dei 78 che verranno certamente reclutati, che però potrebbero arrivare addirittura a quasi duecento.

L’annuncio della rinascita del vecchio polo industriale dismesso è giunta alla vigilia della ricorrenza del primo maggio e, in periodi di crisi e annunci di licenziamenti come ad esempio quello di 106 unità su 130 totali alla Konig della vicina Molteno, non potrebbe esserci veramente modo migliore per celebrare la Festa dei lavoratori. I nuovi proprietari dell’area, 60mila metri quadrati totali di cui circa 30mila coperti, sono i titolari di una società appositamente costituita per assemblaggi conto terzi, a cui fanno riferimento anche importanti realtà italiane. L’artefice di quello che appare come un miracolo è Umberto Primo Bonacina, 68 anni, ex sindaco e attuale esponente di maggioranza, il quale, durante i suoi mandati ma anche dopo, si è adoperato in ogni modo bussando a tutte le porte da Lecco, a Milano, sino a Roma, per realizzare ciò che per lui ormai era divenuta una missione di vita.

Parte degli assunti sono e saranno proprio le ex tute blu della Rsi rimaste a casa in seguito al fallimento di quello che era un importante polo ferroviario. Non è stata un’impresa affatto semplice tra burocrazia, procedure legali e tempi tecnici. «Per sgomberare gli immobili di alcune carrozze abbiamo ad esempio perso almeno un anno – rivela proprio l’ex primo cittadino -. Alcuni imprenditori della zona si erano offerti di provvedere loro allo smantellamento addirittura pagando sino a 9mila euro per ogni vagone, ma da Trenitalia hanno preferito arrangiarsi altrimenti». Ormai si tratta tuttavia del passato. I primi diciotto reclutati si occuperanno di ripristinare completamente la funzionalità della fabbrica, a novembre prenderanno servizio un’altra ventina di colleghi e entro la fine del 2017 un’altra quarantina ancora.