Lecco, 4 febbraio 2012 - Gli iscritti alla Cgil lecchese sono più pensionati che lavoratori attivi. Su 44.221 tesserati infatti 25.606 fanno parte dello Spi, il Sindaco pensionati appunto, mentre coloro che svolgono un impiego sono solo 18.103. Poi ci sono  512 persone che risultano addirittura disoccupate. Nel complesso comunque il numero degli aderenti alla Confederazione generale italiana del lavoro della Camera di Lecco aumenta: 44.221 contro i 43.846 del 2011. In 38.603 casi si tratta di riconferme, ma 5.618 si sono avvicinati all’organizzazione confederata per la prima volta.

Tra i lavoratori attivi, la federazione più affollata è quella dei metalmeccanici, coè la Fiom, poi c’è la Fillea per chi opera nel comparto edile e del legno, quindi la Filctem di chimici, tessili e manifatturieri, la Fp degli statali e la Filcams degli addetti al commercio. In coda i 219 atipici della Nidil e i 9 della Fisac, ovvero del comparto bancario , assicurativo e del credito in generale. Le cifre in qualche modo offrono uno spaccato della realtà del territorio e del mercato dell’impiego.

"Siamo molto soddisfatti per il dato di chiusura del tesseramento 2012 (clicca per vedere la tabella, nda con tutti i numeri) specie se questi dati vengono riportati  all’interno del quadro di profonda crisi economica e produttiva che investe il nostro territorio e la conseguente perdita di occupati”, commenta Sergio Fassina, segretario organizzativo della Cgil di Lecco. “La crescita indica un generale apprezzamento della nostra azione (politica e tecnica) da parte dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro territorio“.

E ancora: “Non può sfuggirci inoltre una considerazione in merito alle scelte che, sul piano organizzativo, ci hanno visti impegnati in questi anni e ai conseguenti importanti risultati che, sia sul fronte del presidio sindacale delle categorie che in quello dei servizi,  abbiamo potuto garantire ad un mondo del lavoro sempre più disorientato, violentato nei diritti e offeso nella dignità“

Eppure tanti iscritti storici hanno deciso nel corso del 2012 di abbandonare la Cgil e di passare ad altre sigle, chi con i colleghi dell’Usb, Unione sindacale di base, chi persino con gli storici avversari della Cisl. Tra loro anche parecchi esponenti e delegati del sindacato rosso nelle Rsu, come avvenuto alla Fomas di Merate, a quella di Osnago ed alla Sircatene di Missaglia.

Il lavoro svolto da tutto il nostro apparato unitamente a quello dei nostri delegati e dei volontari dello Spi ci dice, ancora una volta, che ragione e passione possono continuare a rappresentare un unico indissolubile punto di forza nonché la migliore garanzia a sostegno delle nostre idee anche per il futuro”, assicura tuttavia il responsabile organizzativo del movimento.