Lecco, 10 agosto 2012 – Economia lecchese in discesa. Il secondo trimestre 2012 evidenzia un forte rallentamento su tutti i fronti: produzione, ordini e fatturato registrano cali superiori ai 3 punti percentuali. Lo dicono i dati dello studio sull'analisi congiunturale realizzati dagli esperti della Camera di commercio di Lecco.

Purtroppo, neppure i dati occupazionali sono confortanti. Secondo le analisi previsionali sul terzo rimestre 2012 di una indagini Excelsior, Lecco si posiziona all’ultimo posto nella graduatoria nazionale per tasso di entrata (5,4‰, contro la media lombarda dell’8,9‰ e italiana del 13,8‰).

Inoltre il numero di ore di cassa integrazione guadagni ordinaria autorizzate nel primo semestre 2012 è quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2011 (da quasi 2.200.000. ore dei primi sei mesi del 2011 a circa 3.900.000 del corrispondente periodo del 2012, +77,4% contro il +45,7% lombardo e il +40,8% nazionale).

Prosegue, invece, la diminuzione delle ore di cassa straordinaria (-49,9% nel primo trimestre, mentre nel periodo aprile-giugno le ore si sono praticamente dimezzate attestandosi a 1.007.299). Cresce la CIG in deroga (da circa 1.020.000 a oltre 1.500.000, +47,4%, contro il +24,3% lombardo e il +2,4% nazionale). Pertanto per Lecco le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate dall’INPS nei primi sei mesi di quest’anno sono calate del 2% attestandosi a 7.602.719 (a livello regionale e nazionale si registra, invece, una crescita, rispettivamente del 4% e 3,2%).

Questi valori mettono in luce la necessità di ridare centralità alla capacità reale di produrre, al senso di responsabilità di chi quotidianamente assume il rischio d’impresa e contribuisce allo sviluppo del Paese – spiega il Presidente Vico Valassi – . Nonostante le conclamate difficoltà, spesso anche di natura amministrativa, questo territorio può esprimere un’adeguata vocazione di impresa che, ancor più del passato, deve essere accompagnata, sostenuta, ‘e incentivata , perché non vengano perse le potenzialità ed eluse le aspettative, soprattutto quelle dei giovani”.

Nodi fondamentali da sciogliere, nonostante alcuni recenti provvedimenti legislativi, sono la semplificazione degli adempimenti, l’accesso al credito;la disponibilità di infrastrutture e collegamenti moderni ed efficienti, aiutando sempre più le nostre medie e piccole imprese nei processi di aggregazione per affrontare conseguentemente la sfida dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della ricerca - prosegue il numero uno della Camera di Commercio - . Fulcro su cui poggiano questi interventi è però il capitale umano su cui investire, su cui puntare con sempre più qualificata formazione tecnico-specialistica, non facendo neppure venir mai meno l’aggiornamento e la qualificazione professionale continua”.

Per quanto riguarda l'industria i l secondo trimestre evidenzia un calo di tutti i principali indicatori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: produzione industriale -4% (contro il -5,2% lombardo), fatturato -3,5% (contro il -3,6% regionale); ordini -1% (contro il -3,4% della Lombardia). L’occupazione risulta praticamente invariata rispetto al 1° trimestre 2012, sia a Lecco che a livello regionale.

Solo il settore degli “alimentari” evidenzia un incremento della produzione rispetto al 2° trimestre 2011 (+3,9%); viceversa registrano forti cali i “minerali non metalliferi” (-20,4%), il “legno-mobilio” (-15,2%) e la “gomma plastica” (-6,1%). A livello regionale cala la produzione soprattutto dell’“abbigliamento” (-14,4%), dei “minerali non metalliferi” (-11,5%), e del “tessile” (-8,1%), nessun settore evidenzia un incremento della produzione.

Continua a peggiorare la congiuntura economica dell’artigianato: a livello tendenziale la produzione evidenzia un calo del 6,7% (contro il -1,6% dello scorso trimestre); il fatturato totale diminuisce di oltre 7 punti percentuali (contro il +0,8% del periodo precedente); gli ordini totali registrano un calo dell’11,8% (contro il -5,5% del primo trimestre). Anche a livello regionale si nota un peggioramento dei principali indicatori: la produzione cala dell’8,6% (nello scorso trimestre la variazione era stata pari al -6,4%); gli ordini e il fatturato totale registrano un -8,2% (nel 1° trimestre 2012 la variazione era stata rispettivamente del -5,8% e -5,3%). Negativo anche l’andamento dell’occupazione (-0,5% sia nel 1° che nel 2° trimestre 2012), mentre a Lecco rimane invariata (era calata di mezzo punto percentuale nei primi tre mesi di quest’anno)

Evidenziano una crescita della produzione i “minerali non metalliferi”, le “pelli-calzature” e il “tessile” (rispettivamente +18,2%, +10,6% e +1,7%). Viceversa, i cali della produzione delle imprese artigiane lecchesi si sono concentrati soprattutto nel “legno-mobilio” (-17,4%), nell’“abbigliamento” (-15,1%) e nella “meccanica” (-7,8%). In Lombardia al contrario tutti i settori evidenziano un calo della produzione (da segnalare in particolare il -14,1% dei “minerali non metalliferi”, il -11,2% della ’“carta-editoria” e il -10,4% della “gomma-plastica”).

Per quanto riguarda il commercio, anche nel secondo trimestre 2012 tutte le province lombarde evidenziano un calo tendenziale del volume d’affari (Lecco -6,8%; la media regionale registra addirittura un calo del 7,7%). Negativo anche il saldo tra coloro che dichiarano un aumento e un calo degli ordini a fornitori (-55,8%, contro il -51,4% regionale). Rispetto al 1° trimestre 2011, cala del 4,9% l’occupazione (contro il -2,2% regionale).

Per quanto riguarda i servizi, nel secondo trimestre 2012 la provincia di Lecco è caratterizzata da un calo tendenziale del volume d’affari (-9,3%). Viceversa, sempre a livello tendenziale, cresce l’occupazione: +0,2% a Lecco (contro il -0,4% a livello regionale).

Le prospettive dunque non sono positive e lo sanno anche gli imprenditori. Rispetto allo scorso trimestre, peggiorano nettamente le previsioni sulla produzione industriale; infatti il saldo tra gli imprenditori lecchesi ottimisti (8,6%) e quelli pessimisti (45,2%) passa dal -3,8% al -36,6%. Negative anche le aspettative per la domanda estera: la quota degli ottimisti passa dal 30,4% al 14,1%, e quella dei pessimisti dal 18,8% al 37,2% (il saldo passa da +11,6% a -23,1%). Peggiorano anche le aspettative sulla domanda interna, che aumenterà a giudizio del 6,5% degli imprenditori intervistati, e calerà secondo il 52,2% (il saldo tra ottimisti e pessimisti passa quindi da -25,3% a -45,7%). Nessuno degli intervistati si attende un aumento dell’occupazione e, pertanto, peggiora anche il saldo (che passa da -5% a -15,2%).

Pessimisti anche gli artigiani.Peggiorano nettamente i saldi tra ottimisti e pessimisti per quanto riguarda produzione (da -21,1% a -38,5%) e domanda interna (-34,1% contro il -20,5% del trimestre precedente). Inoltre, pur migliorando, rimangono negativi quelli della domanda estera (da -13,6% a -8,6%) e dell’occupazione (da -17,3% a -4,3%).

Peggiorano pure le previsioni del settore commercio con riferimento al volume d’affari: il saldo tra ottimisti e pessimisti si attesta al -40,9% (era il -18,4%); quello dell’occupazione al -13,3% (era pari a +2,8 punti percentuali nella precedente indagine). Rimangono negative anche le previsioni delle aziende del comparto dei servizi: peggiora il saldo del volume d’affari (da -9,6% a -25,3%), mentre migliora quello dell’occupazione (da -8,3% a -7,4%).

Si ipotizzano complessivamente 420 assunzioni che le imprese lecchesi intendono effettuare nel terzo trimestre di quest’anno. Oltre l’88% riguarderà il settore dei servizi, il 46,7% giovani sotto i 29 anni (nel trimestre precedente il dato era del 43,5%), percentuale superiore alla media nazionale (32,7%) e regionale (39%) e il 33,7% donne (erano il 22,2% nel periodo aprile-giugno 2012) e anche in questo caso il dato è superiore sia alla media regionale che nazionale (rispettivamente 18,6% e 21,4%).

Le figure a tempo indeterminato saranno il 17,8% f(lo scorso trimestre erano il 27,9%), dato nettamente inferiore sia alla media regionale (29%) che a quella italiana (19,8%) Le imprese intervistate prevedono inoltre di assumere 145 lavoratori laureati e/o diplomati (erano 330 nello scorso trimestre), pari al 23,4% del totale delle assunzioni non stagionali (percentuale superiore sia alla media regionale, pari al 21,3%, che a quella nazionale, 18,5%).