Morto in Grignetta: Giovanni Giarletta dal Cerro Torre alla tragedia sulla cima di casa

Appena tre settimane fa l'esperto alpinista coronava il sogno di sempre sulla via dei ragni in Patagonia

Giovanni Giarletta

Giovanni Giarletta

Lecco, 17 febbraio 2018 - Tre settimane fa si erano abbracciati in vetta al Cerro Torre, la cima simbolo dell’alpinismo lecchese che Giovanni Giarletta e Manuele Panzeri, con Tommaso Sebastiano Lamantia, avevano salito ripercorrendo la mitica Via dei Ragni del 1974. “Charlie” e “Panza” si preparavano a brindare all’exploit in Patagonia insieme agli amici del della XIX Delegazione del Soccorso alpino, di cui entrambi facevano parte. Invece la festa ha lasciato spazio al dolore che ha spezzato per sempre quella cordata: “Charlie” strappato alla vita da una valanga e Manuele lì, col viso tirato nella sede del Bione, a raccontare una giornata che gli ha portato via in un colpo solo due amici.

Una giornata iniziata a Ballabio per una colazione insieme e poi via, per un’uscita in Grignetta, “a casa” tutti sullo stesso canale: Manuele con un cliente davanti, Charlie con Ezio in cordata insieme a seguire. Manuele uscirà in vetta alle 11.15 e poi scenderà ai Resinelli pensando di non ritrovare più le auto degli amici, che nel frattempo avevano deciso di “tagliare” sulla cresta est, decisione che poi si rivelerà fatale. Verso le 15 Manuele è ai Resinelli ma le auto degli amici sono ancora lì. "All’inizio pensavo a uno scherzo ma poi mi sono insospettito", spiega in serata Manuele nella sede del soccorso, al Bione. Così partono le telefonate ai cellulari che suonano a vuoto e allora scatta la macchina dei soccorsi, amici che si mettono alla ricerca di altri amici a cui tocca scoprire quello a cui nessuno riesce a credere.

Gli stessi che si sono ritrovati nella sede del soccorso, al Bione, dove ieri c’era spazio solo per le lacrime, per il riconoscimento dei corpi. "E pensare che volevano andare a fare la via degli Inglesi in Fasana", racconta il capo-delegazione Giuseppe Rocchi che già pregustava "la festa per il Torre che avremmo fatto al Cai di Calolzio". Niente più brindisi ma solo tanto dolore come quello della compagna di “Charlie”, Francesca, che cerca di farsi forza ricordando i due grandi amori di Giovanni: "Io e la Grignetta, ma non so bene in quale ordine". È un rincorrersi incessante di abbracci, giovani e meno giovani, soccorritori ancora in divisa, reduci dall’operazione e altri “in borghese” giunti lì per testimoniare affetto e stringersi nel tentativo di lenire un vuoto tanto grande da spaventare. Perché solo tre settimane fa “Charlie” e “Panza” sorridevano insieme, felici e orgogliosi, in vetta al Cerro Torre e quell’immagine era rimbalzata a Lecco con tutta la coda di gioia mentre oggi rimangono solo gli occhi persi di Manuele rimasto improvvisamente senza un compagno di cordata e di vita.