La maledizione della Statale 36, il valzer dei limiti fa infuriare tutti

Automobilisti pronti a far causa: "Assurdo andare a 70 o 90 all’ora"

Autovelox sulla Statale 36

Autovelox sulla Statale 36

Lecco, 19 settembre 2016 - Tra un balletto di limiti di velocità, ora arrivati ai lentissimi 90 chilometri orari, tante buche e moltissime polemiche, la Superstrada 36 non conosce pace. Asse vitale nella mobilità lombarda, la principale strada di collegamento tra Milano e la Valtellina, passando per tutta la Brianza, Lecco e le zone turistiche dell’Alto Lario, è una delle dieci strade più trafficate d’Italia, e anche nelle prime posizioni della classifica di quelle con più incidenti. I limiti di velocità, un tempo a 110 all’ora, poi portati da Anas a 100 fino all’ultima recente riduzione a 90, stanno facendo arrabbiare le migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono l’arteria.

Le proteste corrono in rete, le critiche sui giornali e Anas, dopo un primo periodo di apparente indifferenza, ha fatto una parziale marcia indietro accettando le pressioni venute dalla Regione con il sottosegretario Ugo Parolo e dalla Provincia di Sondrio con il presidente Luca Della Bitta. Così nel tratto tra Lissone, Desio e Monza, in direzione Nord, dal 18 ottobre il limite sarà portato a 110 chilometri orari. Ma permane il problema velocità sui quasi 90 chilometri di lunghezza della Superstrada dove i limiti più bassi arrivano a 70 all’ora con punte di 50 e 60 in brevi tratti.

Anche su questo Anas si è impegnata a investire sulla manutenzione per poi ritoccare al rialzo i limiti. Le riduzioni di velocità, introdotte a settembre, stanno dando il via anche a una class action guidata dall’ex assessore provinciale lecchese, Franco De Poi: «La Statale 36 è in condizioni di pericolosità per la mancanza di manutenzione, per i guard rail rotti, per i cartelli coperti dalla vegetazione e per le tante buche. Invece di risolvere queste problematiche Anas riduce i limiti di velocità rendendoli ridicoli e quasi impossibili da rispettare visto che auto e Tir possono viaggiare alla stessa velocità per tratti lunghi chilometri». E ancora: «I vertici Anas hanno detto che i limiti sono questi per via della morfologia della strada e non per le condizioni in cui si trova. Se così fosse Anas deve rispondere di tutti gli incidenti avvenuti nei trent’anni in cui i limiti di velocità sono stati superiori, su questo aspetto stiamo elaborando la class action».