Falsi ricambi per smartphone: lecchese nei guai

La società maltese che vendeva smartphone contraffatti aveva base a Garlate

Gli uomini della Guardia di Finanza con i telefonini tarocchi

Gli uomini della Guardia di Finanza con i telefonini tarocchi

Garlate (Lecco), 22 febbraio 2017 - Aveva base a Garlate la società maltese che vendeva smartphone contraffatti sul territorio italiano. L’inchiesta «Cellular crime» ha permesso agli investigatori delle Fiamme Gialle di Gallarate di smantellare un’associazione a delinquere finalizzata a introduzione, ricettazione e commercio di prodotti contraffatti di produzione cinese sul territorio nazionale. Al termine dell’indagine sono state denunciate diciassette persone, tra cui un lecchese che risulta socio amministratore della società. L’attività ha preso avvio da controlli predisposti per contrastare la contraffazione e l’abusivismo nel commercio: è partita dal Gallaratese, ma ha coinvolto anche la provincia di Lecco, dove si sarebbe trovato uno dei magazzini di stoccaggio del materiale. L’attenzione è stata rivolta a esercizi commerciali che effettuavano sostituzioni e riparazioni riguardanti iPhone e Smartphone. Il lavoro degli inquirenti ha permesso di scoprire che quegli interventi venivano effettuati con articoli contraffatti, prodotti in Cina, che venivano acquistati da una società con sede a Malta.

I prodotti venivano commercializzati su siti internet, negozi online e piattaforme di e-commerce. Questo nonostante le aziende titolari dei marchi contraffatti, vittime della situazione, non commercializzino i loro articoli attraverso soggetti terzi o non mettano in vendita singole componenti degli accessori. La complessa attività investigativa ha così permesso di scoprire la rete di un commercio illegale di «tarocchi» diffusi sul territorio nazionale attraverso due basi operative occulte, una in provincia di Lecco e l’altra in provincia di Frosinone, da cui si smistavano gli articoli contraffatti. Sono in corso altri approfondimenti per quantificare i redditi omessi e le imposte evase: secondo una prima stima sarebbe di 4,5 milioni di euro l’imponibile sottratto alla tassazione. In tutto sono stati sequestrati undicimila pezzi di ricambio «fuori legge»; fra batterie, touch screen, vetri, cristalli liquidi e componenti interni di smartphone e tablet: i Il tribunale di Busto Arsizio, infatti, ha emesso il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza di beni immobili e veicoli di lusso, tra cui una Aston Martin - l’auto resa nota dai film di James Bond - del valore di 250 mila euro.