Lecco, appalti truccati: nuovo terremoto per la sanità

Rinviati a giudizio 11 tra imprenditori e funzionari delle aziende sanitarie. Devono rispondere di turbativa d’asta ed evasione fiscale

Il procuratore Angelo Chiappani e il sostituto Nicola Preteroti

Il procuratore Angelo Chiappani e il sostituto Nicola Preteroti

Lecco, 20 settembre 2017 - Terremoto sulla sanità lecchese e valtellinese: tornano tangenti e fondi neri e undici tra imprenditori e funzionari delle aziende sanitarie dovranno rispondere davanti al giudice di corruzione, turbativa d’asta ed evasione fiscale. Il Gup Massimo Mercaldo ha infatti rinviato a giudizio (il processo si aprirà il prossimo 25 gennaio) Giovanni Mario Castelli di Erba, Patrizio Zoaldi di Sondrio, Rosa Barri di Morbegno, Marilia Gusmeroli di Morbegno, Marco Fascendini di Morbegno, Michele Rigat di Milano, Mauro Meraviglia di Sondrio, Maurizio Quadrio di Morbegno, Claudio Redaelli di Dolzago, Gian Guido Marzoli di Milano e l’ingegner Leopoldo Castelli. Nell’udienza preliminare di ieri il sostituto procuratore Nicola Preteroti ha ricostruito i fatti tra il 2013 e il 2014. L’indagine è partita dall’appalto sulla ristrutturazione del padiglione “Rusca” dell’ospedale Mandic di Merate e coinvolto anche l’appalto dei lavori di via Ripamonti della Metropolitana Milanese e delle opere civili del campo base dell’area Expo.

Il meccanismo era di costituire un’Associazione temporanea di impresa o di partecipare separatamente alle gare di appalto, ma di avere già nel cassetto un accordo a tavolino su chi doveva vincere la gara. Il primo appalto nel mirino è stato quello del giugno 2013 all’ospedale di Merate, con una base d’asta di 387mila euro. Vi parteciparono le imprese Castelli, Quadrio, Maraviglia e Marzoli. La prima vince l’appalto con un ribasso del 5%, mentre le altre si ritirano. L’accusa nei confronti del responsabile della gara dell’allora azienda ospedara di Lecco, oggi Asst, Michele Rigat è pesante: aver intascato tangenti in due rate, una da 5mila e l’altra da 4mila euro tra luglio e ottobre del 2013.

Viene contestata la turbativa d’asta e tra queste spiccano la Castelli di Erba, la Quadrio e la Meraviglia di Bulgarograsso e Redaelli di Dolzago. Inoltre avrebbero creato fondi neri per poi pagare tangenti e chiesto la revisione degli appalti, con un incremento dei costi a carico dell’azienda ospedaliera, che si è costituita parte civile ed è tutelata dall’avvocato Patrizia Guglielmana. Il terremoto nella sanità lecchese è solo all’inizio e sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori ci sono altri filoni legato al cartello delle imprese che compariranno a giudizio a gennaio.