Casatenovo, "Resistere al cancro si può". E gira l'Italia a piedi

La storia di Roberto Sala: centinaia di chilometri a piedi per sensibilizzare sulla ricerca

Roberto Sala di Casatenovo

Roberto Sala di Casatenovo

Casatenovo (Lecco), 25 luglio 2017 - Ha attraversato a piedi tutta l’Italia per testimoniare che il cancro si può sconfiggere. Roberto Sala di Casatenovo, 58 anni, gli ultimi nove dei quali trascorsi a combattere un male che lentamente gli sta divorando il fisico, dopo aver affrontato l’estate scorsa un viaggio in 42 tappe di quasi mille miglia sulle orme della via Francigena del nord dalla Valle d’Aosta a Roma, ha da poco concluso la seconda parte della sua marcia in nome della ricerca scientifica contro i tumori, percorrendo in 29 giorni altri 750 chilometri da Roma fino a Brindisi, in Puglia, calcando i sentieri della via Francigena del sud. Durante la lunga marcia ha raccontato la sua storia alle persone che ha avuto l’occasione di incontrare, ma soprattutto ha parlato del lavoro e dell’impegno degli operatori della fondazione Ieo-Ccm di Milano, l’Istituto europeo oncologico, dove si sta sottoponendo alle cure e alle terapie per scampare alla malattia che gli ha divorato una mandibola, per ricostruire la quale i medici gli hanno completamente asportato un perone, e poi aggredito le corde vocali e infine entrambi i polmoni.

«Ho raccontato a chi voleva ascoltare il perché del manifesto della fondazione Ieo-Ccm affisso sul mio zaino e chiesto di devolvere ai ricercatori il 5 per mille, ho ricevuto tante gentilezze e sperimentato il lato bello della gente, ho visto posti bellissimi e luoghi desolati al limite dell’incredibile – riferisce lui -. Ringrazio i miei familiari che mi hanno assecondato in questa nuova avventura e dedico un pensiero grato a tutti coloro che mi sono stati vicini e hanno seguito le avventure di questo pellegrino fuori dagli schemi». Nonostante il tragitto sia stato più breve di quello passato, il cammino è stato più impegnativo: la via Fracigena del sud è meno attrezzata e segnalata di quella del nord, spesso ha dovuto improvvisare o orientarsi da solo in mezzo al nulla, le temperature si sono rivelate a volte proibitive e la siccità del territorio si è fatta a tratti sentire. «La cordialità, l’ospitalità, l’umanità degli abitanti del posto tuttavia sono impareggiabili».

Adesso si sta godendo un poco di riposo e si sta sottoponendo a diversi accertamenti clinici. L’obiettivo tutta via è quello di rimettersi in marcia quanto prima, magari già a settembre, per affrontare un nuovo viaggio in nome della ricerca in Sicilia. «Ho dimostrato che non bisogna arrendersi né lasciarsi vincere dallo sconforto, resistere al cancro si può, io lo dimostro, ed è merito della ricerca che dobbiamo sostenere per noi stessi, per i nostri figli, chi verrà dopo. Se non ci fosse stata la ricerca oncologica io non sarei qui».