Morto a 15 anni per malore improvviso, scuola per chef nel nome di Riccardo Galbiati

Da un bene sottratto alla mafia una scuola-impresa per futuri chef. Così la Regione e papà Marco omaggiano la memoria del ragazzo morto dopo malore sulle piste da sci dell'Aprica

La cerimonia in Regione

La cerimonia in Regione

Sirtori (Lecco), 24 marzo 2017 - Il sogno di suo figlio era diventare un grande chef, ma Riccardo Galbiati purtroppo non potrà mai diventrarlo uno chef. Lo studente modello del Centro di formazione professionale alberghiero di Casargo, originario di Sirtori, a inizio gennaio è stato colpito da un improvviso malore ad appena 15 anni mentre si trovava sulle piste da sci dell’Aprica per morire poco dopo in un letto dell’ospedale di Bergamo. Ma sua papà Marco vuole lo stesso che quel desiderio diventi realtà, se non per il suo Riccardo almeno per qualche altro ragazzo, anzi per tanti ragazzi. 

«Mio figlio aveva un sogno: diventare chef, aprire un suo ristorante e fondare una catena di locali – racconta il genitore -. E io voglio realizzare questo suo sogno. Come? Con una scuola e nel contempo un’impresa per chef proprio in uno dei tanti luoghi confiscati ai mafiosi». Il progetto è stato presentato ieri nell’auditorium Giorgio Gaber di Palazzo Pirelli, sede di Regione Lombardia, nell’ambito di un concorso per utilizzare in maniera innovativa le attività sequestrate agli affiliati alle organizzazioni criminali. L’idea è piaciuta molto ai componenti del Comitato tecnico scientifico chiamati a valutare le proposte, tra i quali figurano anche il consigliere regionale Mauro Piazza e l’avvocato brianzolo Paola Panzeri. L’obiettivo è quello di istituire una scuola di perfezionamento di alto livello per gli studenti che si diplomano nei centri alberghieri, a partire da quello di Casargo. A gestire la nuova realtà saranno gli stessi ragazzi e ragazze.

«La scuola/impresa permetterà a chi frequenta i centri di formazione di perfezionarsi ulteriormente, ma anche di imparare a gestirsi dal punto di vista imprenditoriale, così da poter entrare nel mercato del lavoro con una preparazione migliore e con le spalle più larghe – prosegue il padre di Riccardo –. Il desiderio è evitare che questi ragazzi e queste ragazze finiscano a lavare i piatti o debbano andare all’estero perché qui non hanno i mezzi per emergere». La scuola di specializzazione potrà dunque diventare anche un ristorante, un hotel, un B&B o una pasticceria a seconda delle capacità e dell’intraprendenza dei futuri chef. «Si tratta di un progetto significativo, anche perché nasce dal grande dolore che ha colpito l’imprenditore lecchese Marco Galbiati, che sta donando speranza attraverso diverse iniziative in nome e in memoria del figlio Riccardo», commenta il consigliere lecchese Piazza.