Lecco, l'ultimo ciak sui "Promessi Sposi" custodito come una reliquia

Rosanna Ghislanzoni custodisce ancora una copia de "Il Giorno" del 30 ottobre 1966, un modo per ricordare il padre che partecipò alle riprese

Rosanna Ghislanzoni con la copia de "Il Giorno" del 30 ottobre 1966

Rosanna Ghislanzoni con la copia de "Il Giorno" del 30 ottobre 1966

Lecco, 30 ottobre 2016 - L'ultimo ciak dei Promessi Sposi per la Rai Tv e una storia strappa lacrime. Il nostro quotidiano, domenica 30 ottobre 1966, cinquant’anni or sono, pubblicava una grande pagina a colori, dedicata all’ultimo ciak del grande sceneggiato realizzato dalla Rai Tv sui Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni, con la regia di Sandro Bolchi.

Le riprese erano iniziate il 2 maggio, negli studi della Rai Tv di corso Sempione a Milano e si concludevano in ottobre, sulle acque lariane, presso il castello di Lierna, con la scena dell’Addio Monti, che era stato impossibile registrare sul fiume Adda, a Pescarenico, per l’eccessiva urbanizzazione del territorio. La pagina a colori vede Lucia (Paola Pitagora) e Renzo (il lecchese Nino Castelnuovo). Ai remi della barca c’è Stefano Ghislanzoni, pescatore di Pescarenico, scelto personalmente da Sandro Bolchi, dopo una selezione tra un gruppo di residenti nel quartiere lecchese, in piazza Era, che aveva partecipato alla spedizione di soccorso del Polesine alluvionato del 1951, guidata dal sindaco Ugo Bartesaghi. La pagina a colori è stata conservata da Rosanna Ghislanzoni in Viganò, figlia di Stefano, residente in quartiere Castello. «Ho conservato la pagina – ha dichiarato Rosanna – come carissima memoria di quel grande evento che ha portato la Rai Tv a far conoscere Pescarenico, la sua tradizione fluviale con pescatori e barcaioli, il villaggio adagiato sulla riva dell’Adda. L’ultima selezione, ricordo – ha sempre dichiarato Rosanna – è stato praticamente un testa a testa fra mio padre Stefano e mio zio, suo fratello, Nando. C’è tutta una tradizione di famiglia dei Ghislanzoni di Pescarenico. Attualmente sono pescatori mio fratello minore Antonio ed alcuni cugini».

"L’addio ai monti" a Lierna concluse le riprese dello sceneggiato, che avevano impegnato la troupe per tutta la stagione estiva per un totale di 158 giorni di lavoro, che non si fermò neppure nel periodo delle ferie di agosto. Le riprese dell’Addio Monti a Lierna furono le uniche nel paesaggio lariano e manzoniano. Il convento di Monza venne ambientato nella Certosa di Pavia; il castello dell’Innominato è stato quello di Casaleggio Boiro, vicino ad Ovada, i Lanzichenecchi calano in Monferrato, invece che in Valsassina; Renzo non attraversa l’Adda, ma l’Orba, vicino ad Ovada; A Novi Ligure si è collocata la chiesetta del convento dei Cappuccini, con padre Cristoforo.

Le ultime riprese a Lierna furono realizzate con un pontone, messo a disposizione dalla Canottieri Lecco, sul quale venne posizionato il materiale di ripresa. Numerosi furono i curiosi giunti da Lecco e da altre zone che vollero assistere alle riprese stesse, invitati dal regista al più rigoroso silenzio. Tutto il materiale girato venne portato a Milano, negli studi di corso Sempione, dove ebbe luogo il montaggio per realizzare le otto puntate messe in onda la domenica sera, a partire dal 1° gennaio 1967, Capodanno. La massa di telespettatori che non volle mancare all’appuntamento con Renzo e Lucia superò già la prima sera le più rosee previsioni, raggiungendo i 15 milioni. E così si mantenne per tutte le altre puntate, sino al 19 febbraio 1967. Il successo dello sceneggiato, curato da Sandro Bolchi con la collaborazione del famoso scrittore Riccardo Bacchelli e del noto studioso manzoniano Claudio Cesare Secchi, fece sì che la Rai Tv replicasse la messa in onda due anni dopo, dal 5 aprile al 24 maggio 1969.