Lecco, 52enne precipita in montagna e muore: il cane lo veglia tutta notte

L'escursionista trovato senza vita all'Aple di Paglio è di Peschiera Borromeo

Il recupero dell'escursionista

Il recupero dell'escursionista

Lecco, 17 dicembre 2017 – E' di Peschiera Borromeo, provincia di Milano, l'escursionista di 52 anni che questa mattina è stato trovato morto nella zona dell'Alpe di Paglio, sopra Casargo, in Valsassina. Il suo cane, un bracco ungherese, lo ha vegliato tutta notte, fino all'arrivo dei soccorritori.

L'allarme è scattato sabato sera, a lanciarlo sono stati i familiari preoccupati per il suo mancato rientro a casa e perché non riuscivano a contattarlo, nonostante il suo telefonino squillasse, ma a vuoto, senza che nessuno rispondesse. Il suo cellulare l'ultima volta ha agganciato la cella del ripetitore di Premana. Domenica mattina all'alba, non appena è stato possibile, i tecnici del Soccorso alpino della Valsassina e Valvarrone si sono messi subito in marcia per cercarlo, una trentina di uomini in tutto. Prima hanno trovato la sua auto in un parcheggio, una Mitsubishi Asx, poi hanno individuato il cane, infine, vicino all'animale, il corpo privo di vita del 52enne. La vittima non indossava né ramponi né ciaspole. E' precipitata per 200 metri in un canalone di neve a casa del ghiaccio. L'escursionista non era uno sprovveduto, era socio del Cai della sua zona, non si conosce bene che sentiero abbia imboccato. “Purtroppo è stato ritrovato senza vita dagli uomini del Soccorso alpino e speleologico lombardo – esprimono cordoglio gli appassionati di montagna del Cai di Lecco -. Le nostre condoglianze ai famigliari ed agli amici”.

“Un invito alla massima cautela – si appellano invece agli alpinisti dalla XIX Delegazione lariana del Cnsas lombardo -. Sopra le nevicate degli ultimi giorni è piovuto e il rigelo ha formato uno strato di ghiaccio molto duro e insidioso. Le giornate terse invitano inoltre ad andare in montagna ma è opportuno farlo con grande attenzione. Valutate meticolosamente l’itinerario, programmatelo in ogni dettaglio. Siate consapevoli delle vostre competenze, senza dare per scontato l’inganno dell’esperienza: ciò che può essere valido in una determinata situazione potrebbe non esserlo affatto in un’altra, perché le variabili in gioco sono molte. Fondamentale avere quindi le capacità tecniche, l’attrezzatura adatta, meglio non avventurarsi su zone a rischio, per esempio con versanti rivolti verso nord o in prossimità di creste esposte al vento. Ascoltate i consigli di chi conosce bene la montagna e il territorio: avere l’umiltà di fare un passo indietro e la pazienza di attendere condizioni migliori per godere la passione della montagna possono salvarvi la vita”. E ancora: “Ci troviamo nel periodo dell’anno in cui le giornate sono più corte e le ore di luce a disposizione sono ridotte: l’oscurità cala in tempi molto rapidi e questo è un fattore che può essere determinante in caso di incidente. Gli interventi in notturna infatti sono più complessi e in genere richiedono più tempo. Con le temperature molto basse, si rischia di rimanere esposti a rischi maggiori e alle conseguenze dell’ipotermia. Controllate le previsioni meteorologiche e i bollettini neve e valanghe: nei prossimi giorni non dovrebbero esserci grandi cambiamenti, quindi occhio”.