Tragedia in ultraleggero, lacrime per Nicola: veglia e funerale dopo l'incidente

Eseguita l'autopsia, la salma del 17enne ha fatto ritorno nel suo paese

Nicola Beretta, 17 anni di Osnago, è il ragazzo morto nell’incidente a Dovera

Nicola Beretta, 17 anni di Osnago, è il ragazzo morto nell’incidente a Dovera

Lecco, 23 aprile 2017 -E' tornato a casa Nicola Beretta, il 17enne di Osnago che sognava di diventare un top gun dell’Aeronautica militare italiana, ma che venerdì scorso è morto proprio inseguendo il suo sogno, schiantandosi al suolo in un incidente aereo avvenuto a Dovera, in provincia di Cremona. Ieri pomeriggio il feretro del ragazzo, che frequentata la quarta superiore all’istituto tecnico aeronautico Alessandro Volta di Lecco, è stato trasferito dall’ospedale di Crema alla sala del commiato del paese brianzolo, accolto dalla madre, dal padre, dalla sorella e dal fratello più piccoli, dagli altri familiari e dagli amici più intimi.

Nel pomeriggio di oggi alle 15 si svolgerà poi un momento di preghiera e domani pomeriggio alla stessa ora, direttamente nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano verrà celebrato il funerale. Prima di fissare la data dell’estremo saluto è stato necessario attendere l’autorizzazione del magistrato incaricato delle indagini, il procuratore cremonese Ignazio Abbadessa, e che venisse svolta l’autopsia sulla salma del ragazzo e su quella di Rodolfo Frigerio, 27 anni di Milano, il suo istruttore di volo, con il quale era appena decollato dal campo in erba del JFK di Baruzzera a bordo di un P92 Tecnam, un ultraleggero biposto monomotore ad elica. Secondo i primi accertamenti i due sarebbero deceduti sul colpo nel violento impatto con il terreno, verificatosi da poche decine di metri di altezza, precipitando all’interno del piazzale di una cascina.

In seguito allo schianto il velivolo, lungo meno di 6 metri e mezzo, con un’apertura alare di 8,7 metri, in grado di raggiungere massimo i 220 chilometri orari di velocità, si è incendiato a causa della fuoriuscita del carburante dal serbatoio. E' trascorsa quasi mezz’ora prima che i vigili del fuoco siano riusciti a spegnere il rogo, ma per i due ormai non c’era nulla da fare, i traumi e le lesioni riportate nell’incidente non hanno lasciato loro alcuna possibilità scampo. L’ipotesi più plausibile è che il disastro sia stato provocato da un guasto al propulsore o dalla rottura di un’elica, senza più spinta l’aereo è così entrato in stallo precipitando come un sasso.