Poliziotto morto, salvato due volte in sala operatoria moldavo precipitato con Francesco

Ha rischiato di morire il moldavo 25enne, il cui inseguimento è costato la vita all’agente scelto della Polizia stradale Francesco Pischedda, deceduto ad appena 28 anni di età dopo essere precipitato da un cavalcavia della Statale 36 a Colico

Francesco Pischedda

Francesco Pischedda

Colico (Lecco), 10 febbraio 2017 - Ha rischiato di morire Florea Veaceslav, il moldavo 25enne, il cui inseguimento è costato la vita all’agente scelto della Polizia stradale di Bellano Francesco Pischedda, deceduto nella note tra giovedì e venerdì scorso ad appena 28 anni di età dopo essere precipitato da un cavalcavia della Statale 36 a Colico. Per salvarlo i sanitari dell’Alessandro Manzoni che lo stanno assistendo hanno dovuto operarlo per la seconda volta in pochi giorni d’urgenza. Anche lui, come il poliziotto che purtroppo non ce l’ha fatta, nella caduta dal viadotto ha riportato varie fratture alla gambe, al bacino e una copiosa emorragia interna.

A differenza dell’agente della Stradale, il cui cuore ha cessato di battere proprio mentre si trovava sotto i ferri per essere sottoposto ad un disperato intervento chirurgico cinque ore dopo l’incidente, lui almeno per il momento è salvo, i medici sono riusciti a stabilizzare le sue condizioni. La prognosi tuttavia resta estremamente riservata, è sedato in coma farmacologico e non ha più riacquistato conoscenza né riaperto gli occhi dal momento del volo dal ponte. «Non abbiamo ancora avuto modo di interrogarlo, nemmeno di sentirlo», spiega il comandante della Mobile Marco Cadeddu, che si sta occupando degli accertamenti su quanto accaduto settimana scorsa. «Forse potrebbe aiutarci a comprendere la dinamica con esattezza – aggiunge il dirigente della Stradale Mauro Livolsi -. Nessuno ha visto cosa sia successo, erano loro due soli, il fuggitivo e il nostro Francesco». Lo straniero, sorpreso mentre scappava a bordo di un Fiat Fiorino rubato insieme ad altri due complici che sono riusciti a dileguarsi nel nulla, al momento in Italia è accusato di ricettazione del furgone e di resistenza a pubblico ufficiale.

È però stato anche dichiarato in arresto perché su di lui pende un mandato di cattura europeo emesso dai giudici austriaci per una serie di furti e rapine che avrebbe commesso in Austria nel 2014, prima di rifugiarsi nel proprio Paese d’origine per scampare alle manette. Intanto proseguono gli accertamenti per provare a stabile se i soccorsi del poliziotto siano stati adeguati e se al posto del moldavo, vivo, o con lui in Rianimazione avrebbe potuto esserci anche l’agente se non fosse stato inizialmente trasferito a Gravedona dove nessuno era nelle condizioni di operarlo. Sono già stati sentiti tutti i componenti degli equipaggi della Croce rossa di Colico e del Soccorso bellanese intervenuti per prima sulla scena dell’infortunio, ma anche alcuni dottori dell’ospedale di Gravedona, i quali, quando hanno accolto il paziente, si sarebbero trovati di fronte ad una situazione totalmente diversa e molto più grave da quella che era stata loro prospettata.