Inciampa sul sentiero in Grigna: escursionista precipita e muore

Lecco, morto un padre di famiglia brianzolo

La vetta del Grignone

La vetta del Grignone

Lecco, 16 dicembre 2017 - È morto facendo quello che amava fare, cioè camminare in montagna. A perdere la vita ieri mattina sul Grignone è stato Andrea Ponti, 43 anni. L’escursionista, originario di Desio ma con casa a Bovisio Masciago, è inciampato, è caduto a terra, ha picchiato la testa contro un sasso che non gli ha lasciato scampo.

Il brianzolo aveva da poco superato il rifugio rifugio Bietti – Buzzi, a oltre 1.700 metri di quota. Durante una sosta sul sentiero per riprendere fiato, prima di proseguire il cammino, ha appoggiato lo zaino a terra per togliersi la giacca perché aveva caldo, ma lo zaino è scivolato di qualche metro a causa del terreno ghiacciato: d’istinto il 43enne si è allungato per prenderlo, ma ha perso l’equilibrio e sbattuto la testa su una roccia. A lanciare l’allarme è stato un amico che si trovava con lui. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 con i volontario del Soccorso alpino con l’eliambulanza di Bergamo, ma non hanno potuto altro che constatare il decesso del 43enne e recuperare la salma, che è stata trasportata a valle con il mezzo aereo. Di quanto successo sono stati poi avvisati i carabinieri e il magistrato di turno, sebbene non sussistano dubbi che si sia trattato di una tragica fatalità, proprio come successo giovedì scorso sul Monte Due Mani, dove il 23enne di Bresso Giorgio Piccardi, che era ormai praticamente arrivato in cima, è precipitato per un centinaio di metri per aver appoggiato male un piede a terra. Il bovisiano non era uno sprovveduto, andava spesso in montagna. Indossava i ramponi durante l’escursione di ieri.

Sposato con Eleonora, papà di tre bambine piccole, l’ultima nata pochi mesi fa, Andrea era un grande sportivo. Originario di Desio, ma residente in paese, Andrea, dirigente in una azienda di logistica nel milanese, avrebbe compiuto 44 anni tra due giorni, lunedì 18 dicembre. «Purtroppo di questo periodo occorre prestare molta attenzione – spiega Fabio Lenti, guida alpina e tecnico del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico della XIX delegazione lariana, che per lungo tempo si è occupato anche di diramare un bollettino meteo sulla sicurezza in montagna -. Sui versanti sud delle montagne lecchesi si è formato uno strato di ghiaccio molto duro, come nel punto dove si è verificato l’incidente, mentre sui versanti a nord il ghiaccio risulta fessurato e possono verificarsi distacchi e valanghe».