Morti in montagna, uno ogni quattro giorni in Lombardia

Nel 2017 gli interventi del Soccorso alpino in Lombardia sono stati 1.140

Soccorsi in montagna

Soccorsi in montagna

Barzio (Lecco), 22 gennaio 2018 - La sicurezza in montagna passa attraverso l’educazione e il messaggio è stato recepito nel migliore dei modi grazie all’attività di «Sicuri in montagna», promosse da oltre un decennio dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, dal Club Alpino Italiano, dal Servizio Valanghe Italiano, e vari enti che si occupano di montagna, che ai Piani di Bobbio ha richiamato oltre 200 persone. «La speranza quando organizziamo queste attività – spiega Elio Gustalli responsabile del progetto - è che facciano diminuire gli incidenti. I numeri della giornata a Bobbio sono stati ottimi e ci ha fatto molto piacere vedere tantissimi ragazzi dell’alpinismo giovanile insieme a personaggi come Renato Aggio, presidente Cai Lombardia, e figure storiche del Soccorso alpino. Gli amici della Falc, guidata da Enrico Volpe, hanno fatto un lavoro di formazione dei gruppi encomiabile con la gestione di 203 iscritti».

La giornata oltre che per fare prevenzione è servita anche per dare i numeri del Soccorso alpino in Lombardia a partire dagli interventi nel 2017 che sono stati 1.140, purtroppo i volontari del Cnsa hanno dovuto recuperare 87 vittime, rispetto al 2016 si è registrato un numero inferiore di interventi, erano stati 1.229, ma un numero superiore di decessi che l’anno precedente erano stati 72. Un numero che però Guastalli commenta in questo modo: «Da un punto di vista statistico qualche unità in più non significa nulla, non ci sono sostanziali differenze che possono permettere una analisi di un fenomeno, semplicemente e cinicamente è andata così. Questo numero, anche se scomposto e analizzato in base a tipo di incidenti per attività, condizioni meteo e così via, può dare qualche minima indicazione a noi tecnici, ma da un punto di vista statistico non ha un valore perché percentualmente irrilevante».

Altri dati meritano invece di essere letti perché emerge che il maggior numero di interventi è in aiuto a persone tra i 50 e i 60 anni, mentre tra i 10 e i 20 anni solo una persona è stata soccorso anche se purtroppo era deceduta. L’incidente più ricorrente, logicamente, è la caduta con 394 interventi e che ha causato 20 decessi, seguono i malori con 151 e 17 decessi e le scivolate con 109 eventi e la morte di 11 persone, significativo il dato dei 51 interventi per incapacità dei soggetti soccorsi e 15 per sfinimento. La maggior parte degli interventi è stata per persone che stavano facendo escursionismo con 424 attività, 115 sulle piste da sci, mentre solo 69 per alpinismo.