Merate, mette in scena i migranti italiani nelle case dei loro nipoti nel mondo

Dal Sud America all’Australia per raccontare storie dimenticate: l'impegno dell'attore Stefano Panzeri

Stefano Panzeri

Stefano Panzeri

Merate (Lecco), 15 dicembre 2017 - Gira il mondo per mettere in scena le storie dei migranti italiani della prima metà del Novecento e raccontarle a chi migrante lo è, oppure ai loro figlie e nipoti e nel contempo per carpire altre storie da narrare sempre a teatro. Stefano Panzeri, attore di 41 anni di Merate, sposato e papà di una bambina piccola, con un master in Letteratura, un diploma all’Accademia teatrale veneta e una specializzazione in Commedia dell’arte, è già stato in Argentina, in Uruguay e oltremanica, in Gran Bretagna e a breve partirà pure alla volta dell’Australia, forse in Cile e poi chissà per dove. 

«Il progetto è nato nel 2105 sulla base di «Terra matta», il diario vero e verificato di Vincenzo Rabito, ex bracciante e cantoniere siciliano semianalfabeta classe 1999 che ha partecipato alla Prima guerra mondiale e all’avventura africana per lavorare poi nelle miniere tedesche all’inizio della Seconda guerra mondiale, il quale, nonostante la vita «maletratata e molto travagliata e molto desprezata» riesce a cavarsela – racconta l’attore brianzolo -. Inizialmente sono stato direttamente a casa dei migranti con spettacoli itineranti in Sud America, dove ho raccolto altre vicende che poi mi hanno permesso di realizzare l’anno seguente la seconda parte del progetto messo in scena in diversi teatri.

Adesso invece sto proponendo l’ultima parte della sorta di trilogia». Lo spettacolo verrà proposto in anteprima italiana, dopo il debutto di maggio in Argentina, anche a Merate proprio questa sera, alla galleria Arte20 dell’area di via don Cesare Cazziniga. «Il percorso è un viaggio nel tempo alla riscoperta del proprio passato, un luogo della memoria – prosegue l’artista meratese -. Raccontare agli italiani d’oltreoceano la loro storia significa ricordare una tappa di formazione della nostra identità di popolo ma anche confrontarsi con chi è anche italiano sul nostro Paese». L’iniziativa ha riscosso molto successo di pubblico oltre che il plauso dei critici.

Tra l’altro tocca argomenti di pressante attualità, sia per chi ha lasciato l’Italia, sia e soprattutto per chi in Italia ci abita e sta riflettendo sui fenomeni migratori. «Ci sono più passaporti italiani in giro per il mondo di quanti siano quelli stranieri in Italia, non dobbiamo dimenticarcelo – spiega Stefano Panzeri, che in fondo pure lui per lavoro ha scelto di emigrare dall’altra parte dell’Atlantico sebbene per periodi tutto sommato brevi -. Noi italiani abbiamo aiutato e stiamo aiutando a costruire letteralmente altri Paesi, chi arriva in Italia credo possa aiutarci a migliorare la nostra di Nazione».