Merate, Mandic a rischio paralisi: sindaci preoccupati

Primario sospeso, numeri in calo all'ospedale

L'ospedale di Merate

L'ospedale di Merate

Merate, 24 novembre 2017 - L'ospedale di Merate è a rischio paralisi. La sospensione dal servizio per due mesi del primario di Ginecologia Gregorio Del Boca per aver effettuato interventi chirurgici fuori orario e quella di quindici dell’ex responsabile del presidio Gedeone Baraldo che non lo avrebbe fermato, è solo l’ultimo episodio preoccupante sulla sorte del San Leopoldo Mandic. Il mese scorso infatti è stato sospeso per motivi disciplinari pure il caposala del Pronto soccorso. E, a proposito di Pronto soccorso, a causa della carenza cronica di medici dedicati e infermieri, i pazienti assistititi sono notevolmente diminuiti, dai 37mila del 2014 ai 27.500 di quest’anno.

Nonostante il calo di utenti le attese per essere visitati sono però aumentate: i codici verdi prima aspettavano mediamente 95 minuti e adesso 187, più di tre ore. Sono cresciuti pure gli “abbandoni”, cioè le persone che se ne vanno senza un consulto perché stanche di aspettare: hanno raggiunto il 10%, un record negativo senza pari in Lombardia. Non è stata ancora aperta nemmeno la nuova Pneumologia che avrebbe dovuto essere inaugurata entro fine ottobre. Presto inoltre due anestesisti andranno in pensione e ciò significherà meno operazioni. Semplici casualità e difficoltà del momento o una strategia per smantellare il nosocomio brianzolo da parte dei vertici dell’Asst lecchese cui fa capo? Il direttore generale Stefano Manfredi ha sempre sostenuto il contrario, come assicura che nulla sapeva della sospensione senza precedenti di un primario e di un dirigente sanitario perché della faccenda si sono occupate la direttrice sanitaria e amministrativa, Flavia Simonetta Pirola e Ilaria Terzi, di cui in molti adesso reclamano la testa.

Da parte loro i sindaci sono pronti alle barricate, come già successo in passato. «Sono tutti segnali molto preoccupanti che non possiamo più ignorare», commenta Adele Gatti di Airuno, che è anche presidente dell’Assemblea distrettuale del Meratese. «Vigileremo sul ruolo del San Leopoldo Mandic con grande e continua attenzione», aggiungono Andrea Massironi e Filippo Galbiati di Merate e Casatenovo, i centri più grossi della zona. Ma si stanno mobilitando pure cittadini e pazienti con una raccolta firme da inviare poi direttamente in Regione.