Merate, Castello Prinetti: bisogna intervenire

Incuria e umidità stanno distruggendo il simbolo della città: la diagnosi dei professori e degli studenti del Politecnico di Milano

Castello Prinetti

Castello Prinetti

Merate (lecco), 30 novembre 2016 - Castello Prinetti necessita di interventi di manutenzione urgenti. Muffa, umidità, cedimenti strutturali, ma soprattutto incuria e abbandono cominciano a manifestarsi, almeno in alcune ali del maniero. Nulla di catastrofico, ma più trascorre il tempo, più la situazione è destinata a peggiorare. A formulare la «diagnosi», dopo alcuni esami e sopralluoghi, sono stati i professori Paolo Bossi ed Elisabetta Rosina e gli universitari del Politecnico di Milano impegnati impegnati nei corsi di Architettura, Ingegneria delle costruzioni e Restauro e di Storia dell’Architettura, contatti dai volontari del Comitato per la tutela del palazzo simbolo della città e dell’intera Brianza. Il responso è stato comunicato l’altra sera in auditorium municipale durante la presentazione ufficiale del lavoro svolto dagli accademici.

Lo studio ha permesso anche di ricostruire per quanto possibile la storia della fortezza-convento di San Dionigi con tanto di fossato e ponte levatoio risalente almeno all’XI secolo poi trasformata in dimora signorile nel 1.700. Durante gli approfondimenti, attraverso la consultazione di atti e archivi, hanno trovato conferma parziale pure alcune leggende, come ad esempio quella secondo cui una volta lì sotto passassero gallerie e cunicoli misteriosi collegati con altre località di Merate. Ma docenti e studenti hanno offerto pure possibili soluzioni per riportare il castello agli antichi fasti di un tempo, quando, nel monastero prima e nella magione patrizia poi, calcavano i corridoi, i portici, i cortili e i saloni personaggi illustri come l’arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano, l’abate Ercole Visconti, Giuseppe Parini, il ministro del Regno Giulio Prinetti e con loro artisti, teste coronate, politici di rango. La caratteristica e inconfondibile torre circolare, quasi un faro o un pinnacolo, potrebbe essere sfruttata come un luogo espositivo e una location per eventi, gli altri ambienti come uffici, negozi, museo, locali per la ristorazione, appartamenti.

Per realizzare tutto ciò e strappare Castello Prinetti, attualmente di proprietà della parrocchia di Sant’Ambrogio, dalla lenta ma inesorabile agonia occorrono però investitori e soldi, tanti soldi, diversi milioni di euro. Ma serve anche che qualcuno convochi attorno ad uno stesso tavolo tutti gli interessati. «Manteniamo accesi i riflettori che siamo riusciti ad accendere sul Palazzo Prinetti – esorta Giacomo Ventrice del Comitato -. Si tratta di un immobile privato, ma è lo stesso il simbolo della nostra comunità, perché Merate si è sviluppata attorno ad esso e si identifica con esso».