Monticello Brianza, colpito due volte dalla meningite: grave 33enne

Si era già ammalato nel 2012, ricoverato a Lecco. Avviata la profilassi

L'ospedale di Lecco

L'ospedale di Lecco

Monticello Brianza (Lecco), 2 settembre 2017 -  Monticello Brianza ha contratto la meningite. Adesso si trova ricoverato in isolamento in ospedale a Lecco. E’ la seconda volta che il paziente si ammala della stessa malattia, gli era infatti già successo nel 2012. Il giovane si è rivolto ieri mattina presto ai sanitari del Pronto soccorso del San Leopoldo di Merate. Ha riferito di sentirsi poco bene, con dolori muscolari, senso di nausea, spossatezza generale e febbre alta da almeno un paio di giorni e che la notte la situazione era peggiorata, tanto da spingerlo a bussare alle porte del reparto di emergenza. I medici di guardia hanno subito intuito di cosa potesse trattarsi, per questo lo hanno collocato in una stanza da solo, in modo tale che non entrasse in contatto con le altre persone in attesa di essere visitate.

I successivi esami hanno confermato i dubbi iniziali e confermato la diagnosi. Tra gli accertamenti è stato eseguito anche quello del liquor, cioè del liquido cefalorachidiano, prelevato direttamente con una siringa dalla colonna spinale. Solitamente è trasparente, ma in caso di infezioni assume un colore torbido, proprio come quello riscontrato al brianzolo. Una volta ultimate tutte le analisi il 33enne è stato trasferito nella struttura di Malattie infettive dell’Alessandro Manzoni per essere sottoposto alla specifica terapia. Non sembra comunque versare in condizione di pericolo. Per precauzione a scopo preventivo tutti i camici bianchi, gli infermieri, gli oss e quanti lo hanno assistito sono stati sottoposti a profilassi, che consiste nella somministrazione di un antibiotico. 

Del caso di meningite sono stati immediatamente informati come da protocollo di sicurezza i responsabili del servizi di Igiene e Sanità pubblica provinciale dell’Ats della Brianza, l’Agenzia di tutela della salute, ex Asl che hanno subito avviato la cosiddetta indagine epidemiologica per verificare se sussista il pericolo che il monticellese possa aver contagiato altri, come ad esempio i familiari o i colleghi di lavoro, in modo da scongiurare il rischio di epidemia. Eventualmente i soggetti a rischio verranno contattati e sottoposti anche loro a profilassi.