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di ANGELO PANZERI
— LECCO —
ASSOLTO dall’accusa di aver ceduto la dose letale a un giovane valsassinese e subito scarcerato. Alle 17.15 di ieri Maurizio Busin, 36enne di Primaluna, è tornato in libertà. L’operaio valsassinese era accusato di aver ceduto la dose che ha poi ucciso Erik De Lorenzo la notte del 31 dicembre scorso. I suoi difensori, gli avvocati Fausto Martini e Massimiliano Nessi, hanno ricostruito in aula quanto accaduto, con tanto di prove e testimoni. I testi hanno infatti scagionato Maurizio Busin dall’accusa. Nella precedente udienza era stato raccontato dal maresciallo Salvatore Fornaro della stazione dei carabinieri di Introbio che «siamo venuti a conoscenza del fatto che Maurizio Busin aveva ceduto la droga al ragazzo morto. Ce l’ha detto Samuele Merlo, quando lo abbiamo sentito in stazione insieme agli altri ragazzi». Il maresciallo di stanza alla stazione dei carabinieri di Introbio è stato uno dei primi testimoni, insieme al comandante della stazione De Vincenzo, al processo che vedeva imputato Maurizio Busin. Il 36enne, residente a Primaluna era accusato per violazione di domicilio aggravata e, secondo il titolare dell’inchiesta di allora Luca Masini (da pochi mesi trasferitosi a Livorno e sostituito dal pm Rosa Valotta), avrebbe ceduto la sostanza stupefacente (una dose di cocaina) che avrebbe provocato la morte di Eric Di Lorenzo. Il 22enne di Pasturo era deceduto in seguito ad arresto cardiaco alle 21 del 31 dicembre 2008. Nella complessa inchiesta che è scaturita il nuovo pm ha voluto scindere i diversi capi d’imputazione per fare chiarezza. In passato lo stesso Samuele Merlo, comparso come primo testimone davanti al giudice Paolo Salvatore, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Quindi hanno deposto i due carabinieri, che hanno reso testimonianza sugli interrogatori avvenuti nel giorno successivo alla morte di Eric Di Lorenzo. Hanno raccontato dei difficili rapporti che lo stesso imputato aveva anche con i familiari, in particolare con il fratello Gabriele.
La svolta nell’inchiesta è arrivata ieri con la deposizione di cinque testi che hanno scagionato Maurizio Busin. È infatti emerso che nell’abitazione di Maurizio Busin non c’era traccia di droga e soprattutto non c’è alcuna prova che abbia ceduto la sostanza stupefacente al ragazzo morto.

IL PM Rosa Valotta ha chiesto una condanna complessiva di 4 anni e 6 mesi per i due reati. Il giudice Paolo Salvatore ha assolto dall’accusa più pesante, quella della cessione di droga, Maurizio Busin, mentre l’ha condannato a 5 mesi per la violazione di domicilio. Al termine dell’udienza è stato scarcerato ed è tornato nella sua abitazione di Primaluna. Soddisfatti i difensori, gli avvocati Fausto Martini e Massimiliano Nessi. Adesso alla giustizia lecchese spetta il compito di trovare chi ha ceduto la dose letale a Erik Di Lorenzo.