2009-10-29
di PAOLA PASQUARELLI
— ROMA —
ANCHE L’ARTE ha i suoi segreti. Come quello che si cela dietro l’esistenza di due dipinti identici. Almeno a un primo sguardo. Raffigurano «San Francesco in meditazione» e l’impronta è quella del Caravaggio. Il quesito è: quale delle due è realmente opera del maestro lombardo e quale, eventualmente, una perfetta imitazione? E ancora: è possibile arrivare ad accertare senza dubbio alcuno l’autenticità di dipinti così antichi? Mentre gli studiosi s’interrogano, le due tele si fanno protagoniste della mostra «Caravaggio? L’enigma dei due San Francesco», che verrà allestita da sabato 7 novembre a domenica 10 gennaio al Castello di Masnago, a Varese. «Non è una mostra antologica, bensì una mostra didattica – spiega l’ideatore, Ruggero Dimiccioli – che mostrerà tutte le tecniche oggi a nostra disposizione per accertare l’autenticità di un’opera d’arte». E lo farà anche attraverso materiali multimediali, filmati di restauri, fotografie, testi, videointerviste a restauratori.

IL PUNTO di partenza sono le due tele, entrambe conservate a Roma e di proprietà del Ministero dell’Interno, che ne ha concesso il prestito. «Questa mostra rappresenta un’iniziativa preziosa che valorizza il patrimonio di questo Ministero – commenta il ministro dell’Interno, Roberto Maroni – e lo porta a conoscenza dei cittadini lontani da Roma offrendo loro la possibilità di gustarne tutta la bellezza».
Questa la storia dei due dipinti. Il primo, «San Francesco in Meditazione», era custodito nella chiesa dei Padri Cappuccini in Roma. La seconda tela, invece, venne ritrovata nel 1968 da Luisa Brugnoli nella chiesa di San Pietro a Carpineto Romano. Il restauro di entrambe le opere non ha portato gli esperti a una conclusione univoca. Per Luisa Brugnoli l’originale è il dipinto di Carpineto: un particolare decisivo sarebbero le orecchie, rosse per il freddo, un dato che il realista Caravaggio non poteva trascurare. L’altro dipinto dovrebbe essere considerato una copia di un suo stretto seguace seicentesco. Altri però smentiscono con forza questa tesi. E la ribaltano. Così il dubbio resta. Insieme a una terza ipotesi: entrambe le tele sono di Caravaggio.
La mostra guiderà i visitatori nella ricerca delle differenze stilistiche tra i dipinti, la «biografia» delle tele, le tecniche d’indagine e di restauro. «L’enigma dei due dipinti costituisce il pretesto per guidare i visitatori in un campo del tutto sconosciuto ».
CARAVAGGIO, d’altronde, è uno di quei pittori che più si è prestato alle imitazioni. Dal “Ragazzo morso da un ramarro”, il cui originale è conservato a Firenze alla Fondazione Longhi e la copia di un allievo alla National Gallery di Londra, all’”Incoronazione di Spine”, di cui esistono addirittura tre versioni, tutte attribuite alla mano del maestro, fino ad arrivare al caso eclatante della “Cattura di Cristo”, di cui esistono ben dodici copie.