2009-10-26
— MONTEVECCHIA —
SONO 33 MILA le firme raccolte dagli attivisti del comitato «No al pozzo» per chiedere a Provincia, Regione, Governo e Commissione europea di salvare definitivamente il Parco regionale della Valle del Curone dal rischio di trivelle e perforazioni petrolifere. La campagna di sottoscrizioni verrà definitivamente e ufficialmente chiusa dopodomani, mercoledì, presso la sede dell’ente naturalistico di Cascina Butto a Montevecchia, dove la scorsa primavera era cominciata la mobilitazione generale dei cittadini contro l’ipotesi di traformare l’ultimo polmone verde della Brianza in una sorta di Texas. L’appuntamento è per le 21 e possono parteciparvi tutti.

GLI ORGANIZZATORI sperano nella presenza degli amministratori locali perchè si dovrà anche decidere quando e come depositare le firme, già tutte digitalizzate, al Pirellone. L’intenzione è di affidarle direttamente nelle mani del presidente Roberto Formigni, tramite una delegazione di attivisti e di sindaci della zona. Ma mercoledì verrà anche presentata l’anteprima di una sorta di «libro bianco» che raccoglie interviste agli esponenti del gruppo civico e tutta la documentazione sulla vicenda, che si è conclusa con la ritirata a sorpresa dei vertici della «Po Valley», la società australiana che aveva inoltrato l’istanza di sfruttare il sottosuolo del Meratese. All’ordine del giorno anche altre iniziative, quali un concorso per gli alunni delle scuole della zona e diverse conferenze sulle energie alternative al greggio. «Non siamo per nulla persuasi che la questione sia chiusa - spiega Alberto Saccardi, presidente del comitato - Vogliamo quindi dotarci di uno strumento che indichi quanto fatto sino ad oggi, un punto fermo da dove ripartire qualora si ripresentino altri con le medesime intenzioni. Inoltre non possiamo permetterci di disperdere l’importante eredità formata da competenze specifiche, passione, relazioni umane maturate in questo periodo». D.D.S.