Regala un vestito rosso alla figlia e la moglie lo prende a unghiate

Missaglia, lite fra marocchini: "L’abito è un oltraggio alla religione"

Il Pronto soccorso dell'ospedale di Merate

Il Pronto soccorso dell'ospedale di Merate

Missaglia, 23 settembre 2017 - A tirare letteralmente fuori gli artigli questa volta è stata una donna che ha aggredito un uomo, anzi il suo uomo. Una cittadina marocchina che vive a Missaglia ha infatti assalito e ferito il marito, un connazionale di 56 anni. Lo ha colpito e ripetutamente graffiato al volto, lasciandogli profondi tagli e segni, tanto che poi il malcapitato finito sotto le grinfie della consorte ha dovuto rivolgersi alle cure degli operatori dell’ospedale di Merate, che hanno suturato le ferite e lo hanno medicato, prima di dimetterlo dopo qualche ora di ricovero in osservazione.

L'uomo, 56 anni, stando almeno a quello che ha riferito lui stesso, è stato maltrattato dalla moglie perché ha osato regalare alla loro figlia piccola che frequenta le elementari un vestitino rosso. L’abito secondo la madre sarebbe però troppo succinto e sgargiante per una bambina di quell’età e non rispetterebbe i precetti della fede islamica in cui credono e che professano. I due hanno così litigato, in breve tempo dalle parole sono passati agli insulti e poi direttamente alle mani.

Ad avere la peggio è stato però appunto l’uomo, che è dovuto correre al San Leopoldo Mandic ricoperto da una maschera di sangue. Ai medici e agli infermieri capita di rado di affrontare casi in cui a subire violenza è un uomo e hanno persino valutato se fosse necessario e opportuno applicare il protocollo previsto per le violenze di genere. «Non ho nemmeno avuto il tempo di difendermi, mi ha aggredito attaccandosi con le unghie alla mia faccia – racconta il padre di famiglia -. Non era mai successo prima, ma quando ha visto quel vestitino rosso ha perso completamente il controllo. Mi ha accusato che era troppo corto e che il colore rosso non poteva essere indossato da una bimba, perché troppo provocante e contro i dettami della nostra religione, eppure si tratta di un normale abito per bambini».

Dell’episodio verranno informati d’ufficio i carabinieri a cui verrà inviato il referto clinico, spetterà però al 56enne decidere se denunciare la moglie oppure soprassedere per provare a garantire la quiete domestica.