Neonato morto a Ballabio, il dramma del piccolo Liam torna in aula

Lecco, il Gip potrebbe decidere per l’imputazione coatta per i genitori

L’ospedale Manzoni di Lecco

L’ospedale Manzoni di Lecco

Ballabio, 14 dicembre 2016 -  A più di un anno quella tragedia non ha ancora una risposta. Era il 15 ottobre 2015 quando il piccolo Liam venne dichiarato deceduto all’ospedale di Lecco, dove soli ventotto giorni prima aveva visto la luce. E a più di un anno da quel dramma che ha sconvolto la comunità di Ballabio, dove il piccolo viveva con i genitori e la sorellina di poco più grande, torna in tribunale. In mattinata della tristissima vicenda si discute nell’udienza fissata in camera di consiglio dal giudice delle indagini preliminari Paolo Salvatore, che già si è opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dal sostituto Cinzia Citterio.

All'udienza sono stati convocati solo due dei cinque indagati, il papà e la mamma del piccolo Liam (accusati di omicidio volontario) e non i tre medici dell’ospedale (accusati invece di omicidio colposo) che curarono il bambino in due differenti ricoveri a poca distanza l’uno dall’altro. E questo particolare potrebbe far pensare che il giudice sia intenzionato sin d’ora ad escludere eventuali profili di responsabilità nei confronti di questi ultimi. Ma cosa potrebbe succedere nell’udienza odierna? Il giudice, dopo aver ascoltato il pm Citterio e il difensore dei genitori (l’avvocato Marco Sangalli), dovrà prendere una decisione in base all’idea che si è fatto. Potrà comunque decidere per l’archiviazione dell’inchiesta, completa o limitatamente ad alcune posizioni, oppure potrà restituire gli atti alla Procura per ulteriori indagini.

C’è una terza ipotesi che il giudice potrà percorrere: disporre quella che si chiama «imputazione coatta», ovvero disporre che il pubblico ministero formuli un’accusa per fissare di conseguenza l’udienza preliminare entro dieci giorni. Il giallo insomma è tutt’altro che risolto in una vicenda drammatica e complessa al tempo stesso. Dopo più di un anno di indagini, perizie di super esperti e controperizie, la Procura non è riuscita a farsi un’idea su eventuali responsabilità penali personali nel decesso del piccolo. I consulenti sono convinti che Liam sarebbe morto per soffocamento come lascerebbero pensare i segni riscontrati nell’autopsia a livello polmonare. Altri due elementi che sembrano accertati sono una caduta di faccia del bimbo e le due fratture simmetriche ben evidenti sul cranio ma non ravvisate in occasione del secondo ricovero.