Accusati di terrorismo islamico, marito e moglie si riabbracciano

A due settimane dagli arresti, Abderrahim Moutaharri e Salma Bencharki davanti al Riesame hanno confermato che quelle erano solo parole

Abderrahim Moutaharrik sul ring

Abderrahim Moutaharrik sul ring

Lecco, 11 maggio 2016 - Ha abbracciato la moglie, che non vedeva da due settimane, dallo scorso 28 aprile quando entrambi sono finiti in carcere, Abderrahim Moutaharrik, il marocchino campione di muay thai accusato di terrorismo internazionale per presunti legami con l'Isis. L'uomo e la donna, Salma Bencharki, la quale, secondo l'accusa, voleva partire con il marito e i due figli di 2 e 4 anni per raggiungere la Siria, si sono rivisti stamani nell'aula del Tribunale del Riesame davanti al quale si sono difesi ancora e hanno chiesto la scarcerazione.

Il pugile, che stando agli atti delle indagini diceva di essere pronto a colpire in Italia e, in particolare, in Vaticano, ha sostenuto ancora, così come aveva fatto davanti al gip, che le cose che diceva al telefono o nei messaggi audio su WhatsApp «erano solo parole, soltanto frasi, ma non volevo fare nulla di concreto». Al termine dell'udienza, il marocchino ha abbracciato per pochi secondi la moglie, prima che entrambi venissero riportati in carcere dagli agenti della polizia penitenziaria. «Una piccola goccia di umanità», ha detto l'avvocato Francesco Pesce, legale della coppia che ha chiesto per i due la scarcerazione. Il Riesame si è riservato di decidere sulle richieste di scarcerazione. Nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Enrico Pavone, era stata arrestata anche Wafa Koraichi, sorella di Mohamed che da oltre un anno si trova in Siria con la moglie italiana (entrambi risultano latitanti).