Medici in fuga dall'Asst di Lecco: in un mese via in 52

Il direttore generale Stefano Manfredi al terzultimo posto della classifica dei manager della sanità regionale

Stefano Manfredi a sinistra con l'assessore Gallera

Stefano Manfredi a sinistra con l'assessore Gallera

Lecco, 9 dicembre 2017 – Camici bianchi in fuga. E' un vero e proprio esodo quello che si sta verificando dalle corsie, dai reparti e dagli ambulatori dell'Asst, l'Azienda socio sanitaria territoriale di Lecco. In neppure un mese e mezzo tra medici, infermieri, oss, ausiliari e tecnici se ne sono andate oltre una cinquantina di persone.

Scorgendo le determine e le delibere pubblicate dell'albo pretorio dell'ente di via dell'Eremo, si contano almeno 52 “abbandoni” negli ultimi 39 giorni. Significa che ogni giorno “scappa” più di un dipendente dall'Alessandro Manzoni di Lecco, dal San Leopoldo Mandic di Merate, dall'Umberto I di Bellano e dai vari servizi. Si tratta di una incessante emorragia di personale che poi si fatica a rimpiazzare, nonostante i bandi di concorso e le procedure per reclutare i sostituti.

Tra pensionamenti e dimissioni volontarie se ne sono andati in 25, tra cui ad esempio due anestesisti e rianimatori dell'ospedale meratese. Altre 9 persone hanno chiesto e ottenuto il trasferimento in altre strutture, mentre in 10 hanno domandato un periodo di aspettativa, nella maggior parte dei casi per lavorare altrove, come successo per due dottori in servizio al Pronto soccorso, sempre del nosocomio brianzolo. In 7 poi hanno ottenuto il comando sempre in altri posti cioè di s essere temporaneamente assegnati in altri presidi magari per ragioni familiari. Come nel caso di un'infermiera nuovamente del Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. Ma si conta pure una rinuncia, cioè una persona che ha vinto un concorso ma che ha preferito rifiutare il posto.

Le possibili cause sono molteplici: raggiunti limiti di età, necessità personali, il desiderio di sperimentare nuove esperienze, offerte migliori. Di certo la sanità lecchese, l'azienda più importante in assoluto dell'intera provincia in termini di personale e di volume d'affari, pare sempre meno appetibili per chi deve lavorarci, a causa dei turni massacranti, della difficoltà di fare carriera, oppure di valorizzare le professionalità degli operatori. Anche il clima si è notevolmente deteriorato dopo la sospensione in serie dal servizio per punizione di un caposala prima e poi di un primario e di un direttore di presidio, episodi senza precedenti che non invogliano certo a lavorare nell'Asst di Lecco se uno dispone di alternative.

Intanto dal Pirellone sono stati pubblicate le valutazioni dei manager della sanità provinciale. Il direttore generale dell'Asst di Lecco Stefano Manfredi ha raggiunto una valutazione dell'88% degli obiettivi che avrebbe dovuto raggiungere. Si è piazzato al terzultimo posto. Peggio hanno fatto solo i colleghi dell'Asst dei Leghi Callisto Bravi e di Monza Matteo Stoco. Il migliore di tutti invece è risultato Luca Filippo Stucchi di Mantova, che tra l'altro è un meratese, seguito da Luigi Ablondi di Crema e Paola Lattuada d dell'Ast dell'Insubria, l'Agenzia di tutela della salute. Massimo Giupponi, a capo dell'Ats della Brianza, a cui l'Asst lecchese fa capo, si colloca a metà classifica, con una performance del 92%