Caos Bione, partite garantite nel weekend

Si gioca nel weekend in attesa che Anac risolva il pasticcio tra i dirigenti del Comune di Lecco e Finlombarda. Martedì incontro con Sport Management

L'assessore Stefano Gheza (a destra) al Bione

L'assessore Stefano Gheza (a destra) al Bione

Lecco, 20 gennaio 2017 - «La domenica è salva». Nel pomeriggio è l’assessore Stefano Gheza ad assicurare che le partite in programma nel wekend al Bione si giocheranno regolarmente. In serata arriva anche la conferma di Sport Management, la società veronese che dal 2007 gestisce il Centro sportivo comunale. «Con senso di responsabilità garantiremo lo svolgimento di tutte le gare in programma». La chiusura per il momento è scongiurata, anche perchè un’interruzione avrebbe causato un danno economico inimmaginabile con tutte le conseguenze del caso.

Basta pensare cosa avrebbe potuto comportare il taglio delle forniture di gas e acqua o il fermo degli impianti della piscina. Senza contare il danno ai club che con il Bione chiuso avrebbero di certo perso «a tavolino» le rispettive gare in programma nel weekend. Si va avanti dunque in attesa di un incontro tra le parti, Comune di Lecco e Sport Management, fissato per martedì prossimo nel quale si dovrà trovare un accordo per proseguire in attesa del pronunciamento di Anac a cui palazzo Bovara si è rivolta. L’anticorruzione dovrà cercare di risolvere lo scontro burocratico in atto tra Finlombarda e i dirigenti di Palazzo Bovara che si sono rifiutati di mettere la propria firma al bando di gara messo a punto dalla finanziaria della Regione.

Sul piatto la necessità di affidare il Bione a un nuovo gestore che si accolli anche parte dell’onere di riqualificare il Centro sportivo comunale vecchio di sessant’anni e bisognoso di un restyling (gli impianti ad esempio sono da mettere a norma) da sette milioni di euro. Un’idea che ha un nome, project-financing, la collaborazione tra pubblico e privato a cui in questo caso verrebbe offerta una gestione ultraventennale che consenta di abbattere i costi iniziali. Ebbene quel bando, a cui si studia dall’estate 2015, è lì fermo ma non può essere indetto perchè manca la firma dei dirigenti preposti, Giovanna Esposito e Maria Lombardi, la prima nel frattempo felicemente in pensione e l’altra trasferitasi a Guidonia. Se ci siano comportamenti di rilevanza penale loro o di altri lo dovrà stabilire la magistratura. La cosa certa è la politica e la città di Lecco sono finiti ostaggio di una burocrazia ormai troppo lenta e farraginosa per le esigenze dell’odierna collettività. Un perverso contraccolpo della legge Bassanini (1997), che non solo non ha posto fine alla dilagante corruzione dei politici ma ha pure creato dei potentissimi mandarini di Stato.