Gilardoni Raggi X, a Mandello si volta pagina

In mattinata Marco Taccani, figlio della presidente deposta Maria Cristina, entra in azienda da timoniere

La Gilardoni Raggi X

La Gilardoni Raggi X

Lecco, 13 ottobre 2016 - ​Qualcuno l’ha già definito un passaggio generazionale imposto. Di certo è epocale la sentenza con cui il Tribunale di Milano ha deposto Maria Cristina Gilardoni giudicata «inidonea» a mantenere le redini di una società che perde appeal. Dopo quarant’anni la Gilardoni Raggi X è ora affidata al figlio Marco Taccani, fino a poco tempo fa responsabile commerciale: guiderà l’azienda di famiglia per i prossimi otto mesi fino alla convocazione di una nuova assemblea che dovrà deliberare il nuovo Cda.

Azzerato invece quello sino all’altro giorno presieduto da Maria Cristina ,che ha visto come consiglieri l’ex ministro Roberto Castelli (ingegnere), gli avvocati Salvatore Capodiferro e Roberto Mulargia e Veglia Scola, ex fidatissima ragioniera. Una svolta epocale perché Maria Cristina, una delle due figlie del fondatore Arturo, l’azienda di Mandello l’ha da sempre gestita con il piglio dell’imprenditore-padrone (detiene il 55% delle quote dell’azienda attraverso la finanziaria Gilma, che controlla al 100%) portandola ai vertici del settore sì ma anche procurandosi la fama di lady di ferro. Negli anni però il giocattolo si è rotto. I fatturati sono in picchiata: dai 44 milioni del 2012 si è passati ai 24 milioni del 31 dicembre scorso, quasi un dimezzamento. In pochi anni è drasticamente diminuito anche il numero dei dipendenti, che nel 2012 erano 209 mentre 156 a fine 2015 e negli ultimi mesi si stanno assottigliando ancora di più. Non solo: quell’inflessibilità tatcheriana che prima era solo un tratto caratteriale avrebbe via via assunto toni sempre più marcati sino a sfociare in aperte vessazioni e soprusi, quelli contenuti nella cinquantina di denunce di dipendenti finite in questura e contestati alla presidentessa e a Roberto Redaelli, direttore del personale e suo braccio destro.

Le indagini condotte dalla squadra Mobile di Lecco si sono già chiuse e ora i legali dei due indagati sono solo in attesa della comunicazione formale da parte del sostituto incaricato (Silvia Zannini) e la fissazione della data dell’udienza davanti al Gup. L’ex presidente e il suo braccio destro rischiano il rinvio a giudizio per maltrattamenti. Da parte loro i sindacati non cantano vittoria perché non c’è niente da brindare in effetti. «Siamo contenti semmai che sia stato rimosso il problema. Ma ora vogliamo che l’azienda ritorni a produrre ricchezza per il territorio», continuano a ripetere Fabio Anghileri (Fiom Cgil) ed Emilio Castelli (Fim Cisl). E stamattina Marco Taccani entra in azienda da nuovo timoniere.