Fiocchi Munizioni, controllata al 60% dal fondo. Ma la famiglia resta

"La gestione rimarrà in mano nostra", spiega Stefano Fiocchi ai rappresentanti dei lavoratori

Una dipendente durante una fase della produzione

Una dipendente durante una fase della produzione

 Lecco, 21 ottobre 2017 - La “Hodco”, la costituenda società che andrà a controllare la Fiocchi Munizioni spa, avrà come socio di maggioranza (60% delle quote) il Fondo Charme Capital Partners SGR mentre il restante 40% resterà nelle mani della “Giulio Fiocchi”, la holding di famiglia intitolata al fondatore della società nata nel 1876. Su queste basi lavorano i legali della famiglia Fiocchi e quelli del fondo della famiglia Montezemolo che sperano di perfezionare l’operazione entro fine anno, propedeutica alla quotazione in Borsa (entro tre anni). Lo ha spiegato Stefano Fiocchi nell’incontro di ieri pomeriggio con i rappresentanti dei lavoratori e di Confindustria «ai quali ho ribadito comunque che una delle condizioni imprescindibili al perfezionamento dell’accordo, è che il management resti quello attuale».

Alla guida del Gruppo rimarrà Stefano Fiocchi, che nel 2004 ha rilevato la presidenza dell’azienda trascinandola fuori da un periodo di difficoltà e portandola ai 131 milioni di fatturato del 2016 e a quota 674 dipendenti (140 a tempo determinato); al suo fianco il cugino Costantino Fiocchi, responsabile dell’area tecnica e anche lui quarta generazione che si succede in azienda. La conferma della volontà della famiglia Fiocchi di mantenere le redini operative del Gruppo ha contribuito a rasserenare i rappresentanti dei lavoratori «ai quali abbiamo di nuovo spiegato che l’operazione finanziaria ha il solo scopo di avere un partner più solido che ci consenta investimenti importanti». Investimenti che l’eccessivo frazionamento dell’attuale proprietà (ad oggi sono 47 i soci della holding di famiglia) non potrebbero essere garantiti mettendo così a rischio il futuro della stessa azienda che esporta l’80% di quello che produce.

Altre rassicurazioni sono arrivate proprio sul versante degli investimenti. I vertici dell’azienda hanno confermato la volontà di puntare ad un ampliamento della produzione con l’introduzione di nuovi impianti delle lavorazioni metalliche e due nuovi caselli per gli inneschi. Ma l’area di Belledo, dove Giulio Fiocchi decise di trasferirsi ai primi del secolo scorso, è ormai al limite e così si accelera per l’ultimazione di un deposito di stoccaggio a Lomagna, dove la Fiocchi Munizioni spa ha già da tempo acquisito un’area. Altro punto di distensione.

Il futuro dell’azienda di via Santa Barbara resterà poi nelle mani di un mercato globale che si è fatto ogni giorno più duro, soprattutto in un settore delicato come questo. Perchè la Fiocchi non fa “caramelle”, con tutto quello che consegue in termini di complessità da affrontare: a cominciare dal fronte della sicurezza ma anche su quello dellla logistica e della normativa che cambia da Paese a Paese. E dopo anni di crescita ora il mercato rallenta creando qualche timore.